giovedì 25 ottobre 2007

La Costituzione contro la pena di morte

Dopo tutto il vento della civiltà soffia sempre in una terra come l'Italia. L'impegno dell'Italia contro la pena di morte mette tutti in riga. EC
Gazzetta Ufficiale N. 236 del 10 Ottobre 2007
LEGGE COSTITUZIONALE 2 Ottobre 2007 , n. 1
Modifica all'articolo 27 della Costituzione, concernente l'abolizione della pena di morte.
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica, con lamaggioranza dei due terzi dei rispettivi componenti, hanno approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga
la seguente legge costituzionale:Art. 1.1. Al quarto comma dell'articolo 27 della Costituzione le parole:", se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra" sonosoppresse.La presente legge costituzionale, munita del sigillo dello Stato,sara' inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi dellaRepubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlae di farla osservare come legge dello Stato.Data a Roma, addi' 2 ottobre 2007

NAPOLITANO
Prodi, Presidente del Consiglio deiMinistri
Visto, il Guardasigilli: Mastella
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LAVORI PREPARATORI
(Prima deliberazione)
Camera dei deputati (atto n. 193):
Presentato dall'on.le Boato ed altri il 28 aprile 2006.Assegnato alla I commissione (Affari costituzionali),in sede referente, il 6 giugno 2006 con pareri dellecommissioni II e IV.Esaminato dalla I commissione il 20, 25, 26 luglio 2006ed il 1° agosto 2006.Esaminato in aula il 9 ottobre 2006 e approvato in unTesto unificato con atti n. 523 (on. D'Elia ed altri) n.1175 (on. Mascia ed altri) n. 1231 (on. Piscitello edaltri) il 10 ottobre 2006.
Senato della Repubblica (atto n. 1084):
Assegnato alla 1ª commissione (Affari costituzionali),in sede referente, il 12 ottobre 2006 con pareri dellecommissioni 2ª e 4ª.Esaminato dalla 1ª commissione il 30 gennaio 2007; 7 e14 febbraio 2007; 6 marzo 2007.Esaminato in aula il 20 febbraio 2007; 6 marzo 2007 eapprovato il 7 marzo 2007.
(Seconda deliberazione)
Camera dei deputati (atto n. C. 193-523-1175-1231 B):
Assegnato alla I commissione (Affari costituzionali),in sede referente, il 13 marzo 2007.Esaminato dalla I commissione il 27 e 28 marzo 2007.Esaminato in aula il 19 aprile 2007 e approvato il 2maggio 2007.
Senato della Repubblica (atto n. 1084 B):
Assegnato alla 1ª commissione (Affari costituzionali),in sede referente, il 10 maggio 2007.Esaminato dalla 1ª commissione il 6 giugno 2007.Esaminato in aula e approvato il 25 settembre 2007..noteatr; Avvertenza:
Il testo della nota qui pubblicato e' stato redattodall'amministrazione competente per materia, ai sensidell'art. 10, comma 2, del testo unico delle disposizionisulla prumulgazione delle leggi, sull'emanazione deidecreti del Presidente della Repubblica e sullepubblicazioni ufficiali della repubblica italiana,approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare lalettura della disposizione di legge modificata e dellaquale restano invariati il valore e l'efficacia.
Nota all'art. 1:- Il testo dell'art. 27 della Costituzione, comemodificato dalla presente legge, e' il seguente:"Art. 27. - La responsabilita' penale e' personale.L'imputato non e' considerato colpevole sino allacondanna definitiva.Le pene non possono consistere in trattamenti contrarial senso di umanita' e devono tendere alla rieducazione delcondannato.Non e' ammessa la pena di morte.".

martedì 23 ottobre 2007

La prima azienda italiana

E' di questi giorni la pubblicazione di un rapporto che può farci capire qualche cosa, se non molto, del perché spesso non avvertiamo quell'alto livello di civiltà nelle leggi espresse dal nostro parlamento.

Il nome del rapporto è "SOS Impresa" ed è stato commissionato da Confesercenti. Attraverso Google news ho trovato un link alla pagina di PANORAMA che parla di questo documento:


Si spiega come le mafie fatturino circa 90 miliardi di Euro l'anno, il doppio della Fiat.
Detto questo mi chiedo: ma è mai possibile che un'azienda che fattura così tanto, la prima in assoluto in Italia, non abbia una forte influenza nella vita politica della nazione ?
C'è qualcuno che pensa ad esempio che la Fiat non abbia mai influenzato anche profondamente la politica italiana ? Credo nessuno !
Allora che dire di un'azienda che guadagna il doppio ?

Occhi aperti, italiani.

Edoardo Capulli

mercoledì 17 ottobre 2007

La Finanziaria e l'arbitrato per le P.A.

P.A. per chi non ama le sigle, significa Pubbliche Amministrazioni. L'arbitrato invece è una forma di risoluzione delle controversie mediante un "arbitro" (persona singola o collegio arbitrale).
Stamattina Google news proponeva una nota di informazione giuridica (http://www.giurdanella.it/7871), in cui si spiega come il disegno di legge Finanziaria per il 2008 vieti il ricorso a clausole compromissorie (leggi arbitrati) nei contratti di lavoro, servizi e forniture delle P.A. . Tale pratica, comune fino ad ora, diverrebbe illecito disciplinare e comporterebbe la responsabilità erariale (vedi danno erariale) di chi la attuasse.
La ragioni di questo sono scritte nella Relazione di accompagnamento al disegno di legge. Ne elenco brevemente alcune:
  1. la pesante e costante criticità rilevata nell'ultima relazione annuale, dall'Autorità di vigilanza sui contratti di lavori, servizi e forniture;
  2. il costo del giudizio arbitrale è significativamente più elevato del giudizio ordinario, prevedendosi cospicui compensi agli arbitri;
  3. ove non sia intervenuta transazione - (quasi sempre svantaggiosa per le amministrazioni ) - queste sono risultate soccombenti nella quasi totalità dei giudizi arbitrali, secondo una percentuale che si aggira intorno ai due terzi del totale, con costi molto alti;
  4. i lodi arbitrali (le decisioni degli arbitri) impugnati sono, a loro volta, nella gran parte, dichiarati nulli da parte della Corte d'Appello;
  5. solo pochi arbitrati si concludono entro il termine ordinario previsto per la pronuncia del lodo ed, anzi, in alcuni casi, i procedimenti hanno avuto una durata di 700 giorni per poi concludersi con un accordo transattivo.

Mi chiedo ancora una volta che bisogno ci sia di approvare una norma del genere all'interno delle Finanziaria 2008. Che fine ha fatto il Codice degli Appalti ? Perché una norma ordinaria che rappresenta un comportamento atteso con continuità negli anni a venire, deve trovare ospitalità solo nella Finanziaria ?

Mi sembra che la Finanziaria sia una grande occasione, per una classe politica spesso inefficiente, di mettere tutti gli ingredienti in pentola a far su un bel minestrone di norme miste. Pazienza se così complichiamo la vita a chi non saprà più dove leggere le norme alle quali questo Stato non molto civile, chiede di attenersi.

Edoardo Capulli

lunedì 15 ottobre 2007

Patto di stabilità per gli enti locali

Dire che molte leggi sono incomprensibili, significa affermare che sono scritte in termini non comprensibili a tutti quelli che le devono comprendere. Qui voglio parlare del Patto di Stabilità per gli Enti locali. Il primo è un insieme di vincoli che spinge nella direzione di ridurre la spesa ed aumentare le entrate (almeno dal 2007), i secondi sono principalmente i comuni, le province e le comunità montane. Il Patto di Stabilità viene stabilito dal Governo per tutte le pubbliche amministrazioni in modo che i conti dell'Italia tutta stiano dentro i parametri di Maastricht.
Se pare ragionevole stabilire regole diverse per differenti tipi di amministrazioni, tuttavia sembra poco pratico cambiare profondamente queste regole tutti gli anni. Entrando nel merito le regole sono spesso scritte in termini che ad essere gentili dovremmo definire illeggibili.
Scendiamo nel concreto, il Patto per il 2008 degli Enti locali. Ecco una piccola parte del testo del disegno di legge n°1818 in discussione al Senato (legge Finanziaria 2008) riguardo l'argomento:

"Art. 10.

(Modifiche al patto di stabilita` interno
degli enti locali)
1. Per gli anni 2008-2010 le disposizioni
che disciplinano il patto di stabilita` interno
degli enti locali di cui all’articolo 1 della
legge finanziaria 27 dicembre 2006, n. 296,
sono modificate e integrate come segue:
a) al comma 676 le parole: «per il triennio
2007-2009» sono sostituite dalle seguenti:
«per gli anni 2007-2010»;
b) al comma 677 le parole: «2007, 2008
e 2009» sono sostituite dalle seguenti:
«2007, 2008, 2009 e 2010»;
c) dopo il comma 678 e` aggiunto il seguente:
«678-bis. Per l’anno 2010 si applicano i
coefficienti stabiliti per l’anno 2009 ai sensi
del comma 678, fermi restando i dati triennali
originariamente assunti ai fini della
quantificazione della manovra.»;
d) dopo il comma 679 e` aggiunto il seguente:
«679-bis. Per gli anni 2008-2010 il concorso
alla manovra delle province e dei comuni,
determinato ai sensi dei commi 678
e 679, che presentano una media triennale
positiva per il periodo 2003-2005 del saldo
di cassa, calcolata ai sensi del comma 680,
e` pari a zero. Conseguentemente, gli obiettivi
programmatici di cui al comma 681 sono
pari al corrispondente saldo finanziario medio
del triennio 2003-2005 calcolato in termini
di competenza mista, costituito dalla
somma algebrica degli importi risultanti
dalla differenza tra accertamenti e impegni,
per la parte corrente, e dalla differenza tra
incassi e pagamenti per la parte in conto capitale,
al netto delle entrate derivanti dalla riscossione
di crediti e delle spese derivanti
dalla concessione di crediti.»;
e) il comma 681 e` sostituito dai seguenti:
«681. Per il rispetto degli obiettivi del
patto di stabilita` interno gli enti devono conseguire
un saldo finanziario in termini di
cassa e di competenza, per l’esercizio 2007,
e di sola competenza mista, per gli esercizi
2008, 2009 e 2010, pari al corrispondente
saldo medio del triennio 2003-2005 migliorato
della misura annualmente determinata
ai sensi del comma 678, lettera c), ovvero
dei commi 679 e 679-bis. Le maggiori entrate
derivanti dall’attuazione dei commi
142, 143 e 144 concorrono al conseguimento
degli obiettivi del patto di stabilita` interno.
681-bis. Per gli enti di cui al comma 679-
bis che presentano, nel triennio 2003-2005,
un valore medio delle entrate in conto capitale
derivanti dalla dismissione del patrimonio
immobiliare e mobiliare, non destinate
nel medesimo triennio all’estinzione anticipata
dei prestiti, superiore al 15 per cento
della media delle entrate finali, al netto delle
riscossioni di crediti, gli obiettivi programmatici
per gli anni 2008-2010 sono ridotti
di un importo pari alla differenza tra l’am-
montare dei proventi in eccesso al predetto
limite del 15 per cento e quello del contributo
annuo determinato ai sensi dei commi
678 e 679, a condizione che tale differenza
sia positiva. In caso di differenza pari a
zero o negativa gli obiettivi programmatici
restano determinati in misura pari al saldo finanziario
medio del triennio 2003-2005 calcolato
in termini di competenza mista.»;
f) al comma 683, al primo periodo, le
parole: «Ai fini del comma 686, il saldo finanziario
per ciascuno degli anni 2007,
2008 e 2009 e quello medio del triennio
2003-2005 sono calcolati, sia per la gestione
di competenza sia per quella di cassa,» sono
sostituite dalle seguenti: «Ai fini del comma
686, il saldo finanziario e quello medio del
triennio 2003-2005 sono calcolati, per l’anno
2007, sia per la gestione di competenza sia
per quella di cassa e, per gli anni 2008,
2009 e 2010, per la sola gestione di competenza
mista,»;
g) il comma 684 e` sostituito dal seguente:
«684. Il bilancio di previsione degli enti
locali ai quali si applicano le disposizioni
del patto di stabilita` interno deve essere approvato,
a decorrere dall’anno 2008, iscrivendo
le previsioni di entrata e di spesa di
parte corrente in misura tale che, unitamente
alle previsioni dei flussi di cassa di entrate e
spese di parte capitale, al netto delle riscossioni
e delle concessioni di crediti, sia garantito
il rispetto delle regole che disciplinano il
patto. A tal fine, gli enti locali sono tenuti ad
allegare al bilancio di previsione un apposito
prospetto contenente le previsioni di competenza
e di cassa degli aggregati rilevanti ai
fini del patto di stabilita` interno.»;
h) il comma 685 e` sostituito dal seguente:
«685. Per il monitoraggio degli adempimenti
relativi al patto di stabilita` interno e
per acquisire elementi informativi utili per
la finanza pubblica, le province e i comuni
con popolazione superiore a 5.000 abitanti

... omissis ..."


L'impianto vede quindi due assurdi:
1) un adempimento che ricorre tutti gli anni invece di essere inserito ad esempio in un titolo apposito all'interno del Testo Unico degli Enti locali, ed essere lì aggiornato, viene inserito in Finanziaria;
2) per trovare le regole del Patto di Stabilità del 2008, bisognerà andare a leggere la Finanziaria del 2007, così come modificata dalla Finanziaria 2008.

Infatti se ci avete fatto caso non si spiega e non si scrive di come funziona il Patto per il 2008, ma si appongono modifiche al Patto scritto per il 2007, nella Legge Finanziaria del 2007, facendo valere la cosa per il 2008: un delirio !
Fra anni un ignaro studente di diritto si chiederà come mai alcuni pezzi della legge Finanziaria 2007 siano stati modificati a fine anno. Come a dire facciamola lavorare ancora un po' la vecchia finanziaria. Per capire la nuova bisognerà leggera la vecchia.
Una preghiera a chi scrive la nostra Finanziaria, non parlo del Presidente del Consiglio o del Ministro dell'Economia ma di quei dirigenti e funzionari che gli prestano la penna: abbiate pietà dei Ragionieri dei circa 8100 comuni italiani, scrivete cose chiare ed usate in maniera appropriata lo strumento della norma per aggiungere chiarezza.

Edoardo CapulliEdoardo Capulli

sabato 13 ottobre 2007

Voto Enrico Letta

Da tanto penso a Veltroni come al leader che vorrei vedere alla guida dell'Italia: quindi domani voterò per il Partito Democratico e per Enrico Letta.
Non sono schizofrenico, la scelta è logica, chiara, europea: sono anni che voglio Veltroni a capo del governo, troppi anni. Come una ragazza che serissima ed a modo, pretende rispetto ma perde interesse per uno spasimante sempre e solo rispettosamente "a distanza", anche io avrei voluto più coraggio da Veltroni, non oggi ma un paio di anni or sono. Oggi per Veltroni è facile candidarsi, la strada è in discesa.
Meno facile lo è per Letta: se fossimo inglesi o francesi, questo quarantenne di grandi qualità e notevoli capacità, vincerebbe a mani basse. Lo merita certamente.
Quindi domani scendo in piazza per dare il mio voto ad Enrico Letta, giovane, preparato, capace, europeo come pochi altri, trasparente, coraggioso: da oggi è il suo momento.
La parola "voto" forse ha confuso da sempre gli italiani, ricordiamoci quindi che non si tratta del voto su cosa si sia fatto fino ad oggi di notevole (come il voto a scuola) ma di un mandato di fiducia a chi ci dia le migliori garanzie per il futuro.

Edoardo Capulli

venerdì 12 ottobre 2007

Welfare o della Previdenza sociale

Per dirla con le parole del comunicato della Fiom, Film e Uilm: "il Referendum approva la piattaforma". Secondo questa specifica fonte (una delle meno sospettabili) avrebbe votato oltre il 90% dei lavoratori, dichiarando un 88% di sì !
Bene, a posto così, il Governo e le parti sociali hanno l'appoggio di una grande maggioranza di cittadini sulla sostanza dell'accordo che hanno sottoscritto e che riguarda la nostra vita lavorativa e le tutele legate alla pensione.
Debbo dire che ho visto ben poca sostanza ed argomenti nella strategia dei fautori del no. Come a milioni di italiani mi sono stati messi in mano volantini od ho sentito dichiarazioni che criticavano l'accordo in termini sempre generici e poco concreti. Mai un esempio chiaro ed interessante, mai un dato dimostrabile ma sempre una sorta di suggestione ideologizzata del tipo "è contro i lavoratori, è contro i giovani". Insomma, la campagna del no ha fallito non già perché ha perso, lo avrebbe fatto comunque, nell'Italia di oggi ma perché non ha saputo raccogliere neppure quel poco che si prefiggeva di portare a casa. Il linguaggio della critica generalizzata e priva di contenuti, lo stesso che esce tutti i giorni dalla bocca dell'opposizione di turno sulla "nefasta" manovra del governo, sempre di turno, ha stufato.

Dall'altro lato vedo che anche i cosiddetti poteri forti, mai come in questi mesi incarnati con saggezza e capacità di visione del futuro, da Luca Cordero di Montezemolo, ubriacati da questa "vittoria" si lasciano andare ad esultanze fuori luogo. E' vero che l'accordo tra Governo e parti sociali ha l'appoggio della maggioranza dei cittadini ma è anche vero che sovrano è il popolo, attraverso il voto del Parlamento.

E' lecito fare lobby e ricordare ai parlamentari, anche a quelli di rifondazione che sarebbe poco "democratico" far prendere al Parlamento decisioni in palese contrasto con la maggioranza dei cittadini. Non è necessario e forse manca dello stile alto a cui Montezemolo di ha abituati, lasciarsi andare a dichiarazioni come: "Di modifiche non se ne parla proprio - e' già paradossale che se ne parli dopo quello che e' successo. E' un tema che non si pone: quando si firma un contratto il contratto e' firmato e il discorso e' finito".

Aiutiamo tutti il Parlamento a rispettare il volere degli Italiani ma ricordiamoci che il Governo propone ed il Parlamento può dire si, no o ni !

Edoardo Capulli

domenica 7 ottobre 2007

Aumenti per gli insegnati e gli amministrativi delle scuole

E' stato fatto l'accordo per gli aumenti degli stipendi degli insegnanti e gli amministrativi della scuola. Si parla rispettivamente di importi medi pari ad € 147 ed € 93.

Il ministro Fioroni sembra davvero occuparsi della scuola: qualche tempo fa una reprimenda sui professori fannulloni, poi un decreto su questo problema, a seguire il passaggio in ruolo di molti precari, la reintroduzione degli esami di riparazione ed ora gli aumenti. Verrebbe da dire il bastone e la carota, per di più nel giusto ordine dettato dal proverbio.

Certo l'aumento non va interpretato come potrebbe farlo un dipendente di una azienda privata, come un compenso per un lavoro migliore in termini qualitativi e di produttività. Qui i riferimenti sono di altro tipo, almeno a leggere quanto scritto a cadenza triennale dal Programme for International Student Assessment dell’Ocse. Questo istituto produce uno studio che mette a confronto la qualità dei sistemi scolastici di moltissimi paesi, misurando gli effetti che questi producono sui quindicenni. Devo dire che leggere i risultati non è facilissimo ma neppure impossibile: appare chiaro che la scuola italiana ne esce malconcia. Quindi l'aumento non è per dire: bravi, buon lavoro, continuate così ! Forse è per dire: da oggi si cambia registro, il primo passo lo fa il ministro ma le cose devono subito migliorare.

Se questa è la strategia, credo sia apprezzabile. Conosco bene la scuola per averci insegnato per circa due anni e per quanto mi riporta mia moglie che lavora in una segreteria. Io da giovane professore ne sono fuggito, afflitto da una prospettiva di frustrazione per l'appiattimento dei valori e l'assenza di meritocrazia per gli insegnanti. Dal quadro che emerge dalle parole dei molti amici che lavorano nella scuola, ci sono i tratti di un sistema in cui prevale l'assenteismo, l'impreparazione, l'omertà, una pressoché comune disattenzione delle regole minime del lavoro: come a dire in quindici anni nulla è migliorato.

Non emerge dalla scuola italiana, la figura dello studente, come quella centrale attorno alla quale lavorare. Emerge un sistema di ripartizione di pubblici stipendi, fatto spesso di manager, insegnanti ed impiegati carenti sul fronte delle specifiche qualità che il loro ruolo imporrebbe.

Più che nelle parole, avverto però come nei toni e nelle azioni del ministro attuale ci sia una vena di decisione e di impegno verso una scuola migliore: caso unico in questi tempi tribolati, l'ex ministro, Letizia Moratti, ha avuto parole di apprezzamento. Buon lavoro ministro, auguri.

Edoardo Capulli

sabato 6 ottobre 2007

Guidate più sicuri ?


Il 2 ottobre 2007 è stato approvato il decreto legge di riforma del Codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione. Una Legge di Otto (8) articoli che modifica alcuni aspetti del Codice della Strada (D.Lgs. n° 285/1992) secondo la strategia messa in campo dal Governo che "intende contrastare e ridurre, anche con il contributo degli Enti territoriali e locali, il numero degli incidenti sulle strade, agendo su due fronti:
- la prevenzione degli incidenti attraverso la conoscenza dei rischi, la promozione di buone pratiche e le informazioni per una guida più sicura;
- l’inasprimento delle sanzioni per le violazioni accertate al codice della strada.
"

Faccio mediamente oltre 45.000 chilometri l'anno, quindi apprezzo molto misure che vadano nella giusta direzione. Solo mi preoccupa un po il fatto che in nessun documento nel dossier del Governo dedicato alla sicurezza stradale di parli in termini concreti ed operativi dell'azione di contrasto e sorveglianza delle forze dell'ordine e degli obblighi dei gestori delle strade.

Insomma la sicurezza stradale sembrerebbe nei fatti una questione da affrontare solamente mediante inasprimenti delle pene. Temo quasi che il Codice della Strada sia invece sempre di più un Codice delle sanzioni per la Guida.

Mancherebbe a mio avviso quella prospettiva binoculare che permetta di dare una tridimensionalità alla visione complessiva della materia. Manca chi debba far rispettare queste norme, alla Legge manca il braccio.

Credo che sia necessario responsabilizzare maggiormente i gestori delle strade che percorriamo, guidando per così dire "a casa loro". Diamogli mezzi per farla pagare cara ai furbetti del volante, ma inchiodiamoli di fronte alla loro responsabilità. Se ci facciamo male a casa di Tizio, perché Caio ci colpisce, chiediamo conto ad entrambi (od almeno possiamo farlo).

Un particolare ulteriore merita attenzione: all'Art. 6 del decreto si istituisce un Fondo contro l'incidentalità notturna del quale si spiega dettagliatamente la modalità di finanziamento (a prezzo di un maggior onere sanzionatorio per alcune infrazioni tra le ore 20 e le 7). La chiarezza sparisce del tutto quando di seguito si legge che "le risorse del fondo ... devono essere usate per le attività di contrasto all'incidentalità notturna": quali attività, se è lecito chiederlo ?

Impegnare gli organi e gli enti gestori in azioni chiare e tracciabili, questo è parlare, investire nelle forze di sorveglianza e non proporre solamente generiche affermazioni di principio, condivisibili ma che nessuno si prende mai la briga di tradurre in azioni concrete.

Edoardo Capulli