venerdì 25 settembre 2009

Fermate lo scudo per il Falso in bilancio



Allo Scudo fiscale, pensato in analogia ad altri paesi occidentali per riportare capitali illegalmente detenuti all'estero, il Parlamento ha aggiunto un condono penale per il falso in bilancio. E' un errore ed un regalo a chi trucca i conti per evadere pesantemente con le tasse anche i suoi doveri sociali di cittadino. E' un premio a ladri ed imbroglioni. E' una mancanza di rispetto verso i cittadini onesti, di tutte le estrazioni sociali e politiche. Non si parla di destra, centro o sinistra; quando si cancellano le leggi che debbono punire i disonesti, sono tutti gli Italiani a pagare.


Bisogna protestare, come cittadini, contro questa inutile ingiustizia. Il Parlamento approva norme per salvare i ladri ed ignora le famiglie in crisi. Siamo portati a manifestare "sulla libertà di stampa" ma vediamo "ignorate" cose gravi come questa. Come a dire che chi ci rappresenta fa la voce grossa sui dettagli e non affronta le cose importanti.

Sveglia, Italiani!

Facciamo annullare lo scudo sul Falso in bilancio. Che i parlamentari siano costretti a ricordarsi che rappresentano prima di tutto gli italiani onesti, non quelli furbi!


Facciamo dei cartelli con le nostre semplici stampanti A4 ed attacchiamolo alle nostre auto e dovunque sia consentito! LEXCIVILIS ne ha preparate tre versioni; se volete, potete scaricarle e farne buon uso.










(Edoardo Capulli di lexcivilis)

lunedì 21 settembre 2009

Giovani Italiani


Sono andati in Afganistan chiamati dalla NATO. Erano giovani italiani e sono morti. LEXCIVILIS li ricoda così nel giorno delle esequie.

martedì 15 settembre 2009

Le Banche in Italia

In omaggio alla massima "un'immagine vale più di mille parole" ecco una foto che dimostra quale sia l'uso che le nostre banche preferiscono fare della loro liquidità.
Sulle banche si è detto:

Giulio Tremonti
«Non ha senso che le banche siano più grandi dei governi stessi, tanto che poi quando hanno problemi questi diventano anche problemi dei governi.Le banche devono essere al servizio della gente, non la gente al servizio delle banche»
(05 settembre 2009) - fonte: Il Corriere della Sera.it

Mario Draghi
«Il Consiglio direttivo della BCE ha ampliato in misura eccezionale il sostegno alla liquidità delle banche»
(08 luglio 2009) - fonte: Documenti dell'Assemblea ordinaria A.B.I.

Silvio Berlusconi
«Io sono il figlio di un direttore di banca e mio padre mi ha insegnato che le banche
devono fare buon credito perche' danno i soldi dei cittadini. Credo che non bisogna
dare la croce addosso alle banche perche' solo in minima parte chi ha chiesto del
credito non ha avuto una risposta»
(08 settembre 2009) - fonte: Adnkronos e SoldiOnline.it

Edoardo Capulli
«Più che il mio parere, mi piacerebbe esporre quello del Grande Capo Estic...., della nota trasmissione radiofonica di Radio Due, 610. Io sono e rimango senza parole»
(15 settembre 2009) - fonte: www.lexcivilis.it

lunedì 14 settembre 2009

Rai TRE Presadiretta ed il Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici

Ieri sera, 13 settembre 2009, RAI TRE ha mandato in onda uno speciale sul Terremoto di L'Aquila e dell'Abruzzo. Si è parlato anche del "Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia". Si tratta di un'opera del 1999 prodotta dalla Protezione Civile. Gli edifici censiti in 1.510 comuni di sette regioni del centro-sud Italia, sono stati circa 41.000, il 24% dei quali definiti "complessi di culto". Per la rilevazione ci si è avvalsi di ingegneri, architetti e geometri assunti tra i Lavoratori Socialmente Utili. Il progetto avviato nel 1995 è stato finanziato con circa €450.000, impiegando ben 1.066 lavoratori, di cui 918 tecnici e 148 tra informatici ed amministrativi. Tutti i lavoratori hanno prima partecipato ad un corso di 40 ore divise equamente tra teoria e pratica allo scopo di acquisire le necessarie competenze sulla vulnerabilità sismica degli edifici. L'opera è reperibile presso le biblioteche del Servizio Bibliotecario Nazionale, usando il codice IT\ICCU\CFI\0478458.

LEXCIVILIS ha più volte citato quest'opera nei suoi articoli, dando indicazioni di vario tipo: LINK agli articoli che la citano.

Personalmente a maggio di quest'anno ho sentito la necessità di cercarne una copia, trovata dopo alcune peripezie presso la principale biblioteca dell'Università "La Sapienza" di Roma. Qui il personale, cortessissimo e preparatissimo, mi ha aiutato a poterla prendere in prestito. Ho quindi potuto scrivere alcuni pezzi di informazione su tale argomento ed ho anche contattato varie persone che conoscevo in luoghi toccati dal censimento, mandando loro copia delle informazioni relative alle scuole dei loro figli, ai loro uffici ed edifici pubblici frequentati.
Da ieri sera ricevo inoltre diverse email di cittadini italiani interessati a saperne di più. Posso dire loro che mi sono subito attivato per recuperare nuovamente i tre pesanti volumi in prestito. Spero di poter rispondere a tutti nei prossimi giorni, certamente vi riuscirò, facendo buon uso del prossimo fine settimana.

Se i cittadini si muovono, possono davvero mettere in moto questo paese stanco ed a volte demotivato. Ci vuole fiducia, un po di impegno civile e la volontà di non fermarsi mai per fare quello che è giusto.

giovedì 27 agosto 2009

La lotta dei lavoratori contro i licenziamenti

Un amico della Carlsberg di Ceccano mi ha contattato su Facebook segnalandomi il gruppo "CONTRO I LICENZIAMENTI, LOTTA DURA COME ALLA INNSE" (LINK).

La lotta paga veramente solo se è giusta. Se riesce ad esserlo, allora importa poco che sia dura o morbida, serve solo che sia determinata ed intelligente. Il gruppo è comunque da tenere d'occhio, perché segnala subito situazioni di crisi. Una buona vetrina sulle proteste che i lavoratori attivano a difesa delle loro aziende in crisi.

venerdì 21 agosto 2009

Aziende in crisi e proteste dei lavoratori

Quando si subisce un'ingiustizia, si desidera protestare. Il significato del verbo "protestare" è "attestarsi dinanzi" per manifestare pubblicamente il proprio diritto di fronte all'offesa. Il lamento è una forma riservata, ma la protesta è sempre pubblica. In passato si sono viste manifestazioni contro discariche, centrali, ferrovie, che colpivano con azioni di disturbo sociale molto criticabili. C'era la brutta abitudine, forse passata di moda, di occupare i binari o le strade. Questo era poco civile ed inefficace. Chi ha perso una giornata di lavoro per un blocco ferroviario non sposa le ragioni dei manifestanti.


Una protesta civile, anche se dura e decisa, riesce invece ad attrarre la solidarietà di molti. E' il caso della vicenda INNSE di Milano, come pure di altre famosissime azioni di cui Tie-an-Men o la rivoluzione del Mahatma Gandhi, sono i più alti esempi. Di fronte alla protesta cerco di capirne le motivazioni e la forma, prima di aderire. Ad esempio, da ragazzo non saltavo le lezioni per manifestazioni politiche che non riguardavano il mio ruolo di studente. Tuttavia ero tra gli organizzatori degli scioperi contro l'inefficienza della scuola. Tutt'oggi non condivido le oceaniche manifestazioni genericamente "contro" il governo di turno, democraticamente eletto. Capisco meglio proteste che portino argomenti di discussione in relazione a singoli fatti od atteggiamenti.

lunedì 17 agosto 2009

Carlsberg di Ceccano - il tempo si è fermato

Era il mese di marzo 2009, quando scrivevo della protesta davanti ai cancelli della Carlsberg di Ceccano, vicino a Frosinone. Venti operai erano rimasti da soli in difesa di un birrificio storico, capace tutt'oggi di una produzione di grande qualità. In tempi di crisi economica, l'azienda aveva ingrandito lo stabilimento di Varese, sacrificando quello di Ceccano sull'altare degli utili di borsa ad ogni costo. Il timore di una speculazione sulla vendita dei terreni e dei macchinari e la dimostrazione di scarsa sensibilità sociale, avevano alimentato la protesta di un gruppo di irriducibili. Dalla loro parte qualche apparizione di politici locali, soprattutto in vista delle elezioni provinciali.


Gli operai al picchetto sembravano non apprezzare il lavoro dei sindacalisti di fabbrica. Non speravano di ricevere molto più che vuote parole dai politici, ma erano decisi a resistere. Da un lato il candidato alla provincia del centrodestra Iannarilli prometteva un forte interessamento, dall'altro l'assessore regionale di centro sinistra Tebaldi portava il problema nelle convocazioni settimanali del "tavolo interassessorile".

venerdì 14 agosto 2009

INNSE ossia fare impresa in Italia

L'insieme della produzione di beni e servizi di un paese, è alla base della ricchezza di cui i suoi abitanti beneficiano. Per creare il benessere bisogna costantemente mantenere e sviluppare in qualità, se non proprio in quantità, la capacità produttiva.


La INNSE era e rimane un'impresa capace di produzioni meccaniche di altissimo livello. I suoi operai hanno in questi mesi dimostrato un attaccamento alla fabbrica, decisamente superiore alla semplice difesa di un posto di lavoro. Gli interessi di una realtà produttiva, che arricchisce necessariamente tutta la collettività locale e nazionale, sono stati meglio difesi dagli operai piuttosto che dagli imprenditori inizialmente coinvolti. La storia vede la INNSE nascere nell'IRI e proseguire all'interno di un gruppo privato, fino all'amministrazione controllata nel 2003. Vista la qualità dei macchinari e l'estrema specializzazione della forza lavoro, una legge ne permise nel 2006 l'acquisto da parte di un nuovo imprenditore, ad un prezzo estremamente agevolato e nell'interesse generale. L'intesa venne siglata con la Genta S.p.A., impresa di commercializzazione di grandi macchine utensili, a condizione di reinvestire e mantenere i livelli occupazionali.

domenica 9 agosto 2009

Uno scudo molto poco fiscale

Pagare meno tasse, pagarle tutti
Nella campagna elettorale delle ultime politiche, uno slogan che accomunava tutti i candidati, anteponeva il pagare meno tasse, al pagarle tutti. Curioso ordine di precedenza, decisamente più adatto ad una campagna elettorale che ad un serio discorso civile. Un’analisi basata sui luoghi comuni, porterebbe a pensare che i democratici si siano sentiti responsabili di un sistema fiscale tra i più pesanti in Europa. Per i politici del centro destra, invece, si potrebbe pensare ad una simpatia per il cosiddetto partito degli “evasori”.
La realtà è spesso meno semplice di come la si voglia descrivere con semplici battute. Alcuni degli strumenti più efficaci di lotta all’evasione sono stati inventati proprio da Tremonti, per lungo tempo numero due di Forza Italia. Sempre da quel versante inoltre, gli unici due consistenti tentativi di far rientrare capitali dall’estero, a cui si aggiunge oggi il nuovo scudo fiscale.

Gli evasori

Il dovere di pagare le tasse spetta a ciascun cittadino o ditta in ragione del reddito prodotto o delle merci e servizi scambiati. Questi soldi vanno ad alimentare le entrate che sono destinate alla gestione della cosa pubblica. Ai politici, agli amministratori dello Stato, degli enti locali e delle aziende pubbliche, il dovere di gestire il tutto in termini di efficacia, efficienza ed economicità.
Scegliere di non pagare le tasse perché si è convinti che lo Stato sprechi i nostri soldi, è sempre, e con ogni evidenza, una patetica scusa. Lo è anche prendere a pretesto la notevole complessità del sistema fiscale italiano per evadere. Il fatto che si tratti di scuse è chiaramente denunciato dall’estrema sfrontatezza degli evasori totali. Con la massima faccia tosta sfidano ed offendono le persone rette, che a costo di non pochi sacrifici danno il loro contributo anche per loro.
Negli ultimi anni l’Agenzia delle Entrate, braccio operativo del ministero delle finanze, ha messo a punto metodologie sempre più perfezionate per scovare gli evasori, mediante incrocio tra dati anche diversissimi. Per questo è sempre più difficile nascondere i capitali. Di conseguenza torna di moda l’esportazione dei soldi all’estero. Sono questi gli stessi capitali che il governo in carica vorrebbe riportare in patria, con il nuovo scudo fiscale.

domenica 2 agosto 2009

Il deserto che avanza

Generalmente chi si accorge che parte del proprio giardino secca e muore, si preoccupa molto. Chi non avesse un giardino proverebbe la stessa sensazione vedendo inaridire il parco cittadino, od i giardinetti sotto casa. Tutti avrebbero la sensazione di essere colpiti dalla desertificazione in maniera diretta. Si attiverebbero irrigando, cercando di salvare quello che rimane e di recuperare quanto perso. Alcuni si renderebbero subito conto che salvare il proprio spazio verde ha un costo. L'acqua si paga ed a volte non è possibile utilizzare quella dell'acquedotto
per irrigare. Sollevare l'acqua da un pozzo, comporta un alto costo di corrente per le pompe. Dopo aver visto la spesa del far venire un’autobotte per irrigare, ci si informerebbe subito su quella di una cisterna per la raccolta dell'acqua piovana. Pochi non prenderebbero in considerazione l’utilizzo di un sistema di irrigazione goccia a goccia, per non sprecare il prezioso liquido. Nel frattempo si farebbe
caso a tutta una serie di fattori utili a mantenere un sostanziale equilibrio “ecologico” ed uno stile di vita “ecosostenibile”. Si chiuderebbe il rubinetto mentre ci si insapona o ci si lavano i denti, si farebbe maggiore uso della lavastoviglie a piano carico, si farebbero docce igienicamente valide ma meno lunghe. Insomma si metterebbe un po più di cura e di attenzione, sapendo che quello che si usa alla fine si deve pagare e che quello che si spreca, è sempre difficile da rinnovare.

Poco tempo fa ho visto una foto della Terra che mi ha fatto la stessa terribile sensazione del vedere un ipotetico giardino di casa mezzo secco. Si tratta dell'immagine ripresa da un satellite della NASA che mostra l'indice
di vegetazione globale (in inglese NDVI o Normal Differenze Vegetation Index). Si tratta forse del miglior esempio, di come una singola immagine valga più di mille parole. Schiere di ecologisti, centinaia di trasmissioni televisive, appelli di premi Nobel, non riuscirebbero a colpire maggiormente l'immaginazione di chi guardi per qualche secondo quella foto della nostra Terra. Essa appare vulnerabile ed avviata verso un destino che la porterà un giorno ad assomigliare a Marte. L'estensione dei deserti e la poca superficie complessivamente destinata, da un lato alle colture e dall'altro alle foreste, mostrano che il nostro giardino privato è già oggi fortemente danneggiato.Non voglio dimostrare cose su cui persino i migliori ambientalisti sono in disaccordo, ma mi chiedo se stiamo veramente mettendo cura ed attenzione, nel cercare di porre i giusti rimedi alla sorte del nostro pianeta. Dalla foto sembra che la Terra sia fortemente aggredita. Solo poche zone appaiono verdi e vitali, mentre le estensioni dei deserti appaiono troppo ampie. Come per magia capiamo subito che imboccare la strada del risparmio energetico, del solare e dell'eolico, lavorare per salvaguardare la terra coltivabile, crescere le nuove generazioni nel rispetto dell'ambiente, devono essere priorità assolute e non mode elettorali. Nessuna politica di medio respiro può evitare di fare i conti con la prossima penuria di cereali, a cui il mon
do si sta già preparando, con la scarsità dell'acqua, e con i problemi sociali che ne deriveranno su scala globale.L’Italia, terra del sole, del vento e grande produttore idroelettrico, non deve solo dare l’esempio ma anche cogliere l’occasione di diventare un paese leader nelle energie alternative e nello sviluppo sostenibile. Non significa rinunciare ad un nucleare probabilmente necessario, ma approfittare di una posizione straordinaria, per diventare punto di riferimento in settori tecnologici strategici per lo sviluppo mondiale. L’Italia ha molto da insegnare a paesi ben più potenti e più ricchi che stanno imboccando la strada dello sviluppo sostenibile. Lo dimostra l’America di Obama pronta a sposare una Fiat capace di produrre auto che consumano la metà dei modelli tradizionali di quel paese. Lo dimostra una dieta ecologicamente vantaggiosa che prevede un forte uso diretto di cereali come pasta e pane.

Stati uniti, Canada e Gran Bretagna ad esempio li consumano indirettamente, sotto forma di carne , latte e uova derivanti da bestiame alimentato da cereali. Per nutrire un americano servono molti più cereali che per un italiano e, per questo, si sfruttano i suoli in modo maggiormente intensivo. Lo stile alimentare Italiano si può fondere con una forte tradizione tecnologica, oggi assopita, per ridare sviluppo anche a parti rilevanti dell’economia del Paese. In questi giorni sui quotidiani si legge del grande incremento di nuove aziende operanti nelle energie alternative. Nessuno però sa dire se si tratta o meno dei vecchi idraulici che si riciclano come installatori ad esempio di pannelli fotovoltaici prodotti in Germania. Nessuno pare prendere sul serio questa straordinaria possibilità di sviluppo. Non può e non deve finire così. Dobbiamo proporre politiche volte ad agevolare soprattutto la ricerca e la produzione in Italia di tecnologia solare ed eolica. Abbiamo perso il treno dell’elettronica, dell’informatica e dei cellulari. Adesso dobbiamo guidare noi il treno delle nuove tecnologie ecologiche di cui i paesi emergenti e quelli più potenti del mondo si apprestano a fare grande uso.

LINK:
Le Scienze Giugno 2009 "Guarda che Terra!" (da cui è tratta la foto della Terra)
L'Italia di Oggi Blog (da cui è tratta la foto di Obama)

lunedì 27 luglio 2009

il libero arbitrio nella scelta del biotestamento

Oggi 27 luglio 2009, la rassegna stampa di Palazzo Chigi riporta un articolo de Il Messaggero (LINK) in cui Gianni Alemanno, tra considerazioni di diverso tipo, si dice convinto che la legge uscita dal Senato sul testamento biologico non debba essere modificata. Il Sindaco di Roma, con una mossa che intende forse distinguerlo da Gianfranco Fini, pensa che se il Governo riuscirà a farla approvare definitivamente, sarà il fatto costitutivo del Pdl, superiore a qualsiasi altro elemento.

Sul tema del biotestamento, molto caldo ai tempi della vicenda di Eluana Englaro, neppure un quotidiano tradizionalmente mite come La Stampa, riesce a mantenere toni pacati. Nell'articolo di martedì 14 luglio a pagina 12 (LINK), si parla di "Battaglia sul biotestamento", di "centro della bufera", di testo anti-eutanasia "che spacca trasversalmente le forze politiche tra laici e cattolici".

venerdì 24 luglio 2009

E' vero o no...


Antonio Di Pietro è un irruente leone della politica italiana. Sanguigno e verace come solo i veri molisani sanno esserlo, ha avuto poco tempo nella sua turbinosa vita, di affinare i suoi modi tra i rasi ed i velluti dei palazzi romani. Capita quindi che sempre più spesso qualche suo ruggito arruffi i capelli o scomponga le vesti anche di personaggi molto importanti.
In questi giorni ha portato la sua protesta fin sotto le finestre del Presidente Giorgio Napolitano, imputandogli personalmente di non aver svolto appieno le sue funzioni nella promulgazione del decreto legge sulla sicurezza. Come stabilisce l'art.74 della Costituzione, il Presidente della Repubblica firma le leggi e gli atti aventi forza di legge, per attribuirgli efficacia. Questa firma, detta promulgazione, costituisce una forma di controllo di legittimità e di merito. Il Presidente può però rinviare il testo alle Camere per una nuova deliberazione. Se le Camere riapprovassero nuovamente la Legge, questa dovrebbe essere obbligatoriamente promulgata.

giovedì 23 luglio 2009

DL anticrisi in Parlamento

Commento al pezzo "DL anticrisi, discussione chiusa in anticipo" pubblicato sull'edizione online del Corriere della Sera il 23 luglio 2009 (LINK al pezzo):

E' la più bella realizzazione di questo popolo a tratti indisciplinato, passionale ma certamente amante della libertà: la Repubblica Italiana. Essa, attraverso uomini della cui statura abbiamo oggi solo un pallido ricordo, si è data delle regole. Sono quest'ultime la garanzia dei deboli contro i forti, l'assicurazione della democrazia, la speranza per i giovani. Ma quando assistiamo da anni alla scorretta farcitura dei Decreti Legge per riempirli con una pletora di provvedimenti diversi, uccidiamo queste regole. Vizio che ritroviamo sempre anche nelle Leggi finanziarie. Ma di questi tempi si può anche sospettare che i politici la loro forza e potenza preferiscano spenderla altrove che non nel corretto esercizio del loro alto ruolo. Da Edoardo Capulli (di LEXCIVILIS il Blog)

Servizio Civile 2009: scadenza il 27 luglio


Come tutti gli anni, nel mese di luglio va in scadenza il bando per l'iscrizione al Servizio Civile Nazionale. Quest'anno la scadenza è posta alle 14 del prossimo 27 luglio. LEXCIVILIS ha affrontato dettagliatamente quest'opportunità offerta ai giovani interessati a fare un'importante esperienza a servizio del paese. L'interesse, specie in questi tempi di crisi, può ben nascere da un profondo senso civico, come pure dal desiderio di non rimanere parcheggiati in attesa di un lavoro che tarda a rendersi disponibile.
In tutti i casi vi è però l'entusiasmo tipico dei giovani che l'assoluta volontarietà dell'iscrizione fa emergere, in qualche caso molto più spontaneamente, rispetto ai tempi nella leva obbligatoria.

Le informazioni pratiche su cosa sia oggi il Servizio Civile Nazionale, che obblighi comporti, quale trattamento economico e giuridico preveda e che esperienze si prefigga di affrontare, sono già contenute nel pezzo scritto il 5 luglio 2008 (LINK al posto del 55/07/2008).

domenica 21 giugno 2009

Ma le Province non dovevano sparire?

Prima delle passate elezioni di giugno 2009 alcune testate giornalistiche pubblicizzavano l'idea di non andare a votare per le province perché non servono. Questa cosa non mi è piaciuta, pur essendo convinto che questi enti sono inutili e forse per questo "dannosi". Dal mio punto di vista, le province sono inutili perché le poche attività originali che si trovano a dover gestire, possono essere svolte meglio dalle regioni o dai comuni. Tuttavia fino a quando non si farà una vera riassegnazione dei loro compiti ad altri enti, non potranno essere abolite. Tenuto conto di questi fatti, l'idea del "non voto" di protesta sembra contraria al senso civile che deve animare tutti i cittadini di buona volontà. La campagna portata avanti ad esempio dal magazine Libero di Feltri, sembra quindi più una via di mezzo tra una pubblicità gratuita alla testata ed un maldestro tentativo di distogliere l'elettorato della parte avversa dalla presenza ai seggi.

Ricordo che prima della passate elezioni politiche del 2008, tutte le forze politiche proponevano di abolire le province. Nel centro sinistra questa idea era legata all'abbozzata riforma delle autonomia locali. Nella coalizione vincente veniva invece portata avanti con cautela, per la forte radicazione della Lega proprio in questi enti nel nord. Dopo solo un anno però tutti si sono scordati di questi propositi. Quella che allora veniva presentata come una fondamentale azione di razionalizzazione e di risparmio della spesa pubblica, è stata del tutto trascurata dopo. Da un lato i perdenti lanciano strali e fanno propositi di riconquistare le province perse, dall'altro i vincenti festeggiano. Fedele alla mia testardaggine, io cittadino italiano qualunque, voglio però capire bene se questi enti servano o no.

giovedì 11 giugno 2009

www.lexcivilis.it

Da oggi è attivo il nuovo dominio LEXCIVILIS.IT. Scrivendo www.lexcivilis.it sul vostro browser, si accede immediatamente al dominio.

Edoardo Capulli

giovedì 4 giugno 2009

LEXCIVILIS: speciale elezioni 2009!

Le elezioni sono certamente un bel momento per fare promesse e programmi, insomma per guardare avanti con una serie di "buoni propositi". Tuttavia rappresentano uno dei pochissimi momenti della vita di tutti noi, "democratici", in cui guardare all'indietro ci permette di non inciampare. Non si deve dimenticare, quindi, che sono anche tempo di bilanci. Per questo qui sotto aggiungo un collegamento alla selezione di tutti i pezzi di LEXCIVILIS che parlano di elezioni, fin dalla nascita nel 2007. E' divertente sfogliare articoli di un'Italia che sembra non esistere più, sepolta sotto gli strati geologici di un passato lontano.


Leggerli od anche solo sfogliarli è divertente. Buona lettura e sopratutto, ricordatevi di andare a votare! Se non potete fare una scelta fotemente gradita, sforzatevi di fare almeno quella meno sgradita. Lo dobbiamo a chi nel passato ha dato la sua vita per farci diventare tutti "democratici" ossia cittadini con il diritto di voto, in un paese libero.


lunedì 1 giugno 2009

Parlamento Europeo: presenti ed assenti!

Con una NEWS del 15 maggio, l'Ufficio di informazione del Parlamento europeo per l'Italia, spiega che sono state pubblicate le schede riassuntive delle attività e delle presenze degli Eurodeputati attualmente in carica. Oggi le presenze sono relative solamente alle sedute plenarie. Prossimamente saranno consultabili anche quelle delle riunioni di commissione.

PRESENZE ED ATTIVITA' EURODEPUTATI ITALIANI (clicca sulla scitta)

Andando al collegamento "Vai alle schede degli eurodeputati italiani" (LINK), si accede ad una pagina in cui si possono effettuare ricerche per circoscrizione elettorale (centro pagina) o nominative (sinistra). Io sono andato a mettere a confronto l'astronauta Umberto Guidoni con la cantante Iva Zanicchi. E' certamente più cantante l'ex conduttrice di "OK il prezzo è giusto"! Forse Guidoni, abituato a lavorare sulle navicelle spaziali, non ha proprio l'abitudine di allontanarsi dal suo posto. Buona lettura.

venerdì 29 maggio 2009

Caro Elettore, amico, anzi cittadino

Caro Elettore, amico, anzi cittadino...
Caro
elettore,
Tizio CAIO, candidato alla Provincia di Xxxxxx nella lista “I Più buoni ed i più bravi”, a sostegno della rielezione di …
Caro cittadino, Il 6 ed il 7 giugno si voterà per il rinnovo del Consiglio provinciale …
Egr. Elettore, Gent.ma Elettrice …

Sono solo alcuni esempi d’aperture delle lettere recapitate in questi giorni nelle cassette postali di milioni d’elettrici ed elettori italiani. Chi chiede riconferme, in genere lo fa dimostrando il buon lavoro sotto forma di una sfilza di stanziamenti fatti. Chi si propone di scalzare una diversa maggioranza, lo fa dicendo d’essere l’unica vera alternativa onesta e responsabile. Tutti, immancabilmente, ci danno del “tu”, ci parlano con il cuore in mano, dimostrando una confidenza a volte quasi commovente.
Peccato che quasi non li abbiamo mai sentiti, negli anni che ci separano dalle precedenti elezioni. La maggior parte si ricorda di noi solamente quando possiamo tornare utili a garantire un accesso od una comoda permanenza al “potere”. Le tariffe postali agevolate degli ultimi giorni delle campagne elettorali, godono dei forti sconti elargiti dalla Legge n°515 del 1993, che troviamo tutti stampigliata sulle buste, al posto della normale affrancatura.
M’incuriosiscono due aspetti più di altri, riferiti rispettivamente a chi si ricandida ed a chi al contrario si propone di conquistare i più alti scranni. I primi dimostrano il buon lavoro quasi unicamente facendo la conta dei soldi stanziati, ossia messi a bilancio, per le più svariate opere. Fortunato chi può leggere ad esempio qualche cosa sullo stato d’avanzamento di questi progetti “finanziati”. Ancora più favorito dalla sorte chi ad esempio disponesse addirittura di valutazioni qualitative e di merito su tali opere. Ad esempio, ho ricevuto un mucchietto di lettere elettorali che vantano stanziamenti di ben 2,5 milioni d’Euro per la navigabilità di un fiume. Neppure una riga per spiegare che questa cosa è utile per questo o quel motivo o per dire che la cifra è ragionevole per ciò che si vuole fare. Che mi caschi una tegola in testa se riuscissi a leggere da qualche parte che questo progetto è stato fatto in termini di grand’efficienza, e che il lavoro dovrebbe procedere fino ad una data precisa. Che la tegola diventi un mattone se qualcuno dovesse scrivermi cose tipo: ”caro cittadino puoi tenerti aggiornato su quest’iniziativa su www.navigailfiume.provincia.xx.it”.
Nelle lettere di chi vuole passare dalla minoranza alla maggioranza, fioriscono invece termini come “onestà”, “rispetto”, in frasi che parlano di valori ed ideali. Forti dell’idea generalizzata e certamente viziata che il potere corrompa, i candidati al ribaltamento si fanno belli ai nostri occhi con abbracci e solidali richiami alla battaglia che con spirito di sacrificio, vogliono combattere per noi. Anche qui non riesco mai a trovare la traccia di un impegno alla trasparenza ed alla comunicazione, chiaro ed esplicito. La gran parte dei politici attuali insomma, vuole la nostra fiducia, senza il disturbo di doversela guadagnare.
Io voterò certamente, perché ritengo importante che quest’ultimo esercizio di democrazia resti vivo, in un paese così avvilente. Tuttavia il mio candidato preferito, per una qualsiasi elezione di domani, sarà colui che mi darà il suo impegno concreto a lavorare dentro ad una casa di cristallo. Un politico nuovo che mi tenga aggiornato per la durata del suo mandato, con tutti i mezzi possibili. Che mi coinvolga nelle scelte come cittadino, e dimostri nei fatti, e non solo nelle parole, il suo spirito di servizio. Che mi dica quanto guadagna e mi dimostri di non avere interessi in gioco con la sua attività, che possano stonare con l’incarico d’amministratore. Nel 2009 questo candidato non esiste. Speriamo e lavoriamo perché presto faccia i suoi primi passi.

sabato 23 maggio 2009

Brunetta e gli edifici dove lavorano i dipendenti pubblici

Il prof. Renato Brunetta ha l'ambizioso progetto di fare dei dipendenti pubblici dei modelli di efficienza. Vigilanza sulle assenze, parametri di produttività, forti iniezioni di rigore nella gestione dei lavoratori della cosa pubblica. E' un fatto. Lo è anche che questi lavoratori, come numerosi altri cittadini fruitori di servizi, soggiornano per molte ore ogni giorno in edifici pubblici molto poco sicuri. Torno a parlare del censimento fatto dalla Protezione Civilie nel 1999 e spesso citato dalle cronache successive al terremoto di L'Aquila.
Sfogliando quindi il “Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia”, si notano subito due cose: la prima è che gli edifici in cemento armato sono generalmente più vulnerabili di quelli in muratura, la seconda che quelli più vulnerabili sono la maggioranza.
A Pescara ad esempio risultano solo due edifici in muratura a vulnerabilità medio alta contro 31 in cemento armato. Quest’ultima tipologia, a differenza di quella tradizionale, mostra altri 225 edifici a rischio medio alto. A Potenza vi è solo un edificio in muratura a rischio medio alto contro ben 198 in calcestruzzo con vulnerabilità tra alta e medio alta.

Ben il 55% degli edifici pubblici in cemento armato indagati nel 1999, ha rivelato una classe di vulnerabilità sismica alta o medio alta. In questa tipologia costruttiva mostrano un rischio alto un edificio su cinque e medio alto uno su tre. Gli edifici interessati all’indagine sono le scuole, le strutture sanitarie, le caserme, gli edifici sportivi e gli uffici pubblici.
Da notare poi come dal confronto degli effetti dei terremoti successivi al 1999, ossia quello del Molise del 2002 e quello recentissimo di L’Aquila e dintorni, si capisca che i valori di vulnerabilità del Censimento possano molto facilmente evidenziare dei falsi positivi in termini di sicurezza. Infatti, la Scuola Elementare di San Giuliano di Puglia e molti edifici in muratura crollati nel capoluogo abruzzese sono classificati a vulnerabilità medio bassa.

Stando ai numeri, in queste regioni, ben 13.819 edifici pubblici in cemento armato sarebbero molto vulnerabili ai terremoti. Il 94% di quelli abruzzesi, il 59% di quelli lucani, il 56% di quelli calabresi, il 54% di quelli campani, il 51% di quelli molisani, il 49% di quelli pugliesi ed il 47% di quelli siciliani. In termini numerici il podio spetta invece alla Calabria con 4.176 edifici, seguita dalla Campania con 4.045 e dalla Sicilia con 2.286.

Infine possiamo vedere se sia più sicuro andare a scuola od essere ricoverati in ospedale durante un terremoto, mostrando la percentuale degli edifici in calcestruzzo a rischio almeno medio alto, per tipologia di uso. Pare che i malati debbano preoccuparsi anche di altro che non la loro malattia, ma anche gli studenti non possono stare un granché tranquilli. Quasi 6 scuole od ospedali su 10 sono particolarmente vulnerabili. Per i resto degli edifici pubblici la percentuale di quelli maggiormente pericolosi scende ad uno su due.

Questi sono dati di cui dovrebbe preoccuparsi direttamente la cosa pubblica. Per questo penso al ministro Renato Brunetta. Tra le sue preoccupazioni credo debbe esserci anche quella di far lavorare i suoi dipendenti in edifici maggiormente sicuri. Non dico che i cosiddetti impiegati fannulloni od assenteisti non esistano, ma di certo a leggere i dati sopra esposti viene il sospetto che alcuni cerchino solamente di stare il meno possibile in edifici per il 50% molto vulnerabili ai terremoti.
Analoga riflessione sarebbe da presentare al ministro Maria Stella Gelmini, per evidenziare come le scuole che cerca di migliorare sotto il profilo funzionale e didattico, sono delle piccole trappole per almeno il 60% dei casi. Chiaramente qui abbiamo parlato solo degli edifici pubblici in cemento armato delle principali regioni del sud Italia. Tuttavia 7.573 scuole ed altri 6.246 edifici pubblici troppo debolmente attrezzati contro i sismi, sono un problema da non trascurare. E’ anche possibile che dal 1999, anno di pubblicazione del Censimento, ad oggi, alcuni interventi strutturali abbiano migliorato in parte questa situazione. Tuttavia nei nove anni che ci separano dal 1999, di cui sei governati da Berlusconi e tre dal Centro sinistra, non mi ricordo di nessun piano speciale di sistemazione dell’edilizia pubblica o privata volto a prevenire l’alto rischio sismico che l’Italia deve sopportare. Che triste Italia, ricca di rischi e di piccole persone e povera di visione strategica e politiche veramente utili.

mercoledì 20 maggio 2009

La suprema razza Italiana

"Non esistono società multietniche": è l’affermazione di Ida Magli, che oggi firma un pezzo su il Giornale. Raccomando veramente a tutti di leggerlo: è illuminante (LINK). Lo è, a mio avviso, in senso estremamente negativo. La professoressa Magli parte con il mostrare il confronto tra le diverse culture esclusivamente in termini di conflitto, di sopravvivenza di alcune a dispetto di altre. Prosegue quindi con l’esigenza di sostituirsi alla debole Chiesa cattolica nella difesa del vangelo per poi inorridire nel verificare che le posizioni della CEI sono sorprendentemente vicine a quelle della sinistra. Il pensiero, a questo punto delirante, scivola poi nel porre la farneticante considerazione che i figli degli immigranti non potranno mai comporre le opere di un Puccini o dipingere i quadri di un Mantenga. Infine parla del “senso di condanna a morte che si respira nell’aria” e del “sentirsi assediata” della popolazione italiana, aggredita dalla orde degli immigrati. Alla fine l’esortazione a che gli interessi della nazione possano essere “concentrati sui bisogni della procreazione, delle madri, delle famiglie - … - Quel poco che ha fatto il governo Berlusconi, è soltanto un segno di buona volontà, non ciò che sarebbe necessario: una nuova organizzazione impegnata psicologicamente ed economicamente a far nascere molti italiani. E soprattutto, al di là delle cose concrete: cominciare a far sentire agli italiani che qualcuno li ama e vuole che essi vivano.”.
Il Cavaliere ama il Popolo Italiano! Italiani fate molti figli! Viva la pura razza Italiana! La Chiesa è troppo debole nel difendere l’identità dei cristiani, ci debbono pensare gli Italiani migliori! Sono solo alcuni terrificanti slogan che mi sembra possano ben dirsi adeguati a tali assurde farneticazioni.
Lo dica ad Obama che le culture non possono integrarsi, lo spieghi a Schwarzenegger, l’austriaco governatore della California o lo insegni a Rudolph Giuliani, discendente newyorkese degli immigrati italiani. Ci faccia capire la professoressa come abbia potuto vincere le elezioni in India l’italiana Sonia Ghandi, o come il figlio di un Ungherese abbia potuto diventare “le President de la Republique”in Francia. Mi spiace aver interrotto lo stile solitamente pacato e non polemico di LEXCIVILIS, ma vedo nelle parole della Magli e leggo nei commenti entusiastici di decine di lettori della versione online del quotidiano della famiglia di Berlusconi, un segnale che mi inquieta. Il sottile ed infido strisciare del razzismo, basato sull’ignoranza e sulla paura dell’altro e del diverso.
L’Italia ha una grande tradizione ed una grande cultura che sarebbero molto meglio tutelate non già dalle barricate contro qualche migliaio di poveracci che bussano alle nostre porte ma dal restituire dignità alle nostre più alte tradizioni. La migliore Italia è certamente offesa più dalla spazzatura che quotidianamente intasa le nostre televisioni pubbliche e private, dallo spettacolo da circo di molti rappresentati delle istituzioni, dalle piccolezze di alcuni dei suoi più autorevoli rappresentanti. Un paese in cui la massima aspirazione di una diciottenne è avere un seno rifatto e quella di un suo coetaneo maschio, quella di spaccare la faccia a chi guarda troppo a lungo la sua ragazza, ha di certo bisogno di multietnicità. Ripartiamo quindi dalla semplice cortesia ed educazione che almeno fino a qualche decennio fa ci ha sempre contraddistinto. Sentimenti e comportamenti da offrire agli altri e da pretendere da tutti. Quindi dico alla professoressa Magli: “Credo che si sbagli e che la sua sia una posizione del tutto pretestuosa, dettata solo dalla palese piaggeria nei confronti del capo del Governo. Lei usa argomentazioni incomplete in modo inesatto e confonde valori e fatti, altrimenti molto chiari. Credo che così lei offenda le migliori tradizioni di intelligenza e di solidarietà del Popolo Italiano. Sono però contento che possa esprimere liberamente il suo parere. Chissà se avrebbe potuto farlo se nel 1942 gli americani e gli inglesi non avessero imposto un po di multietnicità alla nostra povera Italia. Distinti saluti."
Edoardo Capulli

sabato 9 maggio 2009

Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle regioni Abruzzo,Basilicata,Calabria,Campania,Molise,Puglia e Sicilia

Dopo tanto cercare ho finalmente trovato, presso la Biblioteca Alessandrina di Roma, una copia del "Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia". L'opera è reperibile presso le biblioteche del Servizio Bibliotecario Nazionale, usando il codice IT\ICCU\CFI\0478458. Citato più volte da Franco Barberi nelle giornate successive al tragico terremoto di L'Aquila, il documento di 1.450 pagine in tre volumi elenca gli edifici pubblici delle zone indicate, dando una classificazione di vulnerabilità sismica. La scala di pericolo è di facile interpretazione ed è la seguente:
B Bassa
MB Medio Bassa
M Media
MA Medio Alta
A Alta.
Gli edifici censiti in 1.510 comuni di sette regioni del centro-sud Italia, sono stati circa 41.000, il 24% dei quali definiti "complessi di culto". Per la rilevazione ci si è avvalsi di ingegneri, architetti e geometri assunti tra i Lavoratori Socialmente Utili. Il progetto avviato nel 1995 e terminato nel 1999, è stato finanziato con circa €450.000, impiegando ben 1.066 lavoratori, di cui 918 tecnici e 148 tra informatici ed amministrativi. Tutti i lavoratori hanno prima partecipato ad un corso di 40 ore divise equamente tra teoria e pratica allo scopo di acquisire le necessarie competenze sulla vulnerabilità sismica degli edifici. Nell'insieme sono state coinvolte 15 Prefetture per il monitoraggio e la raccolta delle schede di rilevazione, sotto la guida del GNDT-CNR. Grande cura è stata posta nel controllo sugli errori fatti definendo limiti di qualità molto rigorosi. Altri €246.000 sono stati spesi per i rimborsi spese di viaggio ed €119.000 per docenze. Le spese per gli spostamenti sono state comunque tenute sotto controllo evitando tragitti superiori ai 50 Km, mentre le azioni di tutoraggio sono state svolte direttamente dal GNDT (Gruppo Nazionale per la Difesa dai terremoti).
Nel terzo volume gli edifici sono elencati per regione e comune, con le caratteristiche strutturali, e l'indice di vulnerabilità. Si scopre subito che all'Aquila vi erano ben 10 edifici in muratura a rischio alto o medio alto. Manco a dirlo i primi dell'elenco sono il Conservatorio di via Gaglioffi e la Prefettura. Sfogliando il volume non mancano le sorprese, come il fatto che l'unica scuola elementare di San Giuliano di Puglia, crollata nel terremoto di novembre 2002, è stata classificata a rischio medio basso.
Scopriamo ancora ad una prima veloce lettura che a Chieti vi sono esattamente 100 edifici in cemento armato classificati a rischio alto ed 88 medio alto. A Pescara compaiono 258 edifici a rischio alto o medio alto, mentre a Teramo ve ne sarebbe solo 1. Questo per far riferimento solo all'Abruzzo. Nei prossimi giorni avrò modo di pubblicare alcuni di questi dati riguardanti altre regioni. Nel frattempo, se abitate in una delle regioni interessate e volete sapere la classificazione della scuola dei vostri figli o dell'edificio pubblico dove lavorate, potete scrivermi alla casella lexcivilis@gmail.com. Sarà ben lieto di rispondere, informandovi su quale sia la classificazione riportata nel censimento.
Edoardo Capulli

martedì 21 aprile 2009

Terremoto Abruzzo: dati SUBITO online!

Da troppi giorni sentiamo solo annunci e spot. Siamo pieni di informazioni del tutto generiche ed assistiamo al solito balletto dei politici sulle macerie delle case distrutte. La comunità di Internet e tutta quella civile, devono mobilitarsi per avere dati certi. Chiediamo al Governo che i dati siano subito pubblicati sui siti istituzionali. Vogliamo sapere quali scuole e quali edifici pubblici sono lesionati o compromessi per sempre. Vogliamo sapere a chi competeva la manutenzione. Lo vogliamo sapere ora, avendo la garanzia di essere aggiornati nel tempo. Pubblicate i dati su Internet ed in edicola, magari con un'edizione speciale dei principali quotidiani. Sarebbe importante che nello stesso modo ci sia messo sotto gli occhi il tanto famoso "Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia" redatto nel 1999 dalla Protezione Civile di Barberi.

Edoardo Capulli da LEXCIVILIS

domenica 19 aprile 2009

Youtube, il terremoto e la realtà alternativa

LEXCIVILIS ha prodotto un piccolo, originalissimo video sul terremoto di L'Aquila. In meno di tre minuti si fa un piccolo esercizio di fantasia. Dapprima vengono mostrate le prime pagine di cinque quotidiani nazionali, poi ciascuna di esse sfuma, lasciando il posto ad una versione immaginaria. Questa è una ricostruzione di fantasia di come avrebbero potuto essere quelle prime pagine, se in Italia si fossero attuate per tempo le leggi antisismiche.



Il terremoto sarebbe rimasto una notizia tra le tante. Qualche titolo solo per darne notizia, informando di danni minimi alle cose e nessuna vittima. La realtà con cui facciamo i conti oggi è anche l'eredità di una classe politica del tutto inadeguata ad affrontare nei tempi giusti i problemi del paese. Nessuno risparmia giustamente un plauso per il tempestivo intervento di una Protezione Civile che forse, almeno nei suoi vertici, mentre diceva ai cittadini di stare tranquilli, si preparava al peggio. Dimostrazione che, se non scientificamente, i terremoti si possono forse prennunciare facendo uso del buon senso. Uomini e donne sono corsi in soccorso da tutt'Italia, per soccorrere le vittime degli speculatori e dei pessimi amministratori, locali e nazionali. Il terremoto è un fenomeno naturale che c'è sempre stato e che si ripresenterà per molti millenni ancora dopo che l'Umanità sarà sparita dalla faccia del pianeta.
La prossima volta saremo pronti?

mercoledì 8 aprile 2009

Trarre insegnamento

Cercando le parole "Casa dello studente" su Google, il primo link è quello del sito www.studenti.it (LINK). Aprendolo si accede alla guida degli alloggi degli Enti per il diritto allo studio. Al primo posto, grazie ad un comune errore sul nome della città(1), vi è la casa di L'Aquila.

Molti ragazzi sono morti nella tristemente famosa "Casa dello studente" di L'Aquila. Lo stabile, relativamente recente, non ha retto al sisma. E' invece rimasta intatta una seconda casa, ricavata da un'antico convento di frati. Si fa presto a dire che non è il momento di fare polemiche o lanciare accuse. In televisione i politici sono quanto mai costruttivi e proiettati nel risolvere i problemi dell'immediato. Si sorvola con una qualche leggerezza sulle responsabilità del prima. Si vede un sindaco che non ritiene di aver sottovalutato nulla ed una presidentessa della Provincia che gli fa eco, con sfondo di commozione per le pur dolorose perdite personali. Avallare queste affermazioni, rimandando la responsabilità ai soli tecnici che hanno effettuato in passato i controlli, vanifica qualsiasi sistema sociale gerarchico. I Sindaci, i Presidenti, di Provincia e Regione, il Prefetto, il capo del Genio Civile, il Rettore dell'Università, i Direttori dell'Azienda Sanitaria sono a capo del loro Ente per raccogliere su di se le responsabilità di tutta la struttura sottostante. Sembra invece che nessuno possa chiedere ragione a loro dell'inefficienza dei loro enti.
I ragazzi di L'Aquila però sono morti. Non dovevano morire questa settimana. E' certamente colpa di chi ha trascurato di fare il proprio dovere per inadeguatezza o per profitto. Il giorno otto aprile la studentessa Carmela Tomassetti denunciava ad Ilaria D'Amico nella trasmissione Exit di La7 di aver avvertito inutilmente l'amministrazione della Casa dello Studente aquilana. A seguito degli appelli fatti la settimana prima del terremoto, molti studenti avevano lasciato la città. Un'altro caso, dopo quello del mite Gianpaolo Giuliani, di clamorosa preveggenza di qualche cittadino? Direi che si potrebbe meglio parlare di colpevole cecità delle Istituzioni civili e scientifiche. Lo dicono prima di me voci estremamente autorevoli, come il Presidente delle Repubblica e lo ripete dal Vaticano padre Cantalamessa.
Il dolore attanaglia tutti gli italiani e spezza loro le gambe. Siamo tutti stretti attorno ai fratelli ed alle sorelle d'Abruzzo. I morti sotto le macerie meritano rispetto. Il dolore però non deve essere una scusa per non agire. Una prima, meditata reazione, potrebbe essere quella dei ragazzi che occupano le Case alloggio per gli studenti in Italia. Spesso gli universitari si sono mossi per questioni politiche che alla fine li hanno solo divisi tra destra e sinistra. Oggi potrebbero trovare una causa comune di lotta per un futuro migliore. Che bello sarebbe se i giovani di tutte le Case dello Studente d'Italia chiedessero subito agli enti gestori i piani costruttivi ed i parametri di sicurezza degli edifici. Non tutte le città italiane sono in zona sismica, ma sicurezza vuol anche dire prevenzione da incendi, crolli strutturali, perdite di gas. Gli studenti di Architettura e quelli di Ingegneria potrebbero fare i calcoli strutturali, quelli di giurisprudenza mettere alle strette gli Enti che non volessero collaborare. Forse solo così capiremo veramente quante e quali siano le Case sicure. L'alternativa è aspettare che le solite commissioni e sottocommissioni producano montagne di carte che ingialliscano in attesa che qualcuno agisca. Lo spirito civile della nostra futura classe dirigente ne sarebbe notevolmente rafforzato. Una volta tanto i giovani si unirebbero per realizzare un obiettivo comune, concreto, alto. Un coordinamento di studenti universitari nazionale, lontano da astratte ideologie e guidato dall'ideale di realizzare e garantire un bene comune: lancio qui l'idea, che molto facilmente è già nata in altri, offrendo le pagine di LEXCIVILIS per qualsiasi contributo utile a poterla realizzare.
Buona Pasqua

Note: (1) la città si chiama L'Aquila, ma molto la chiamano erroneamente Aquila, senza la "L " apostrofata.

lunedì 6 aprile 2009

3:33 terremoto in centro Italia

Avvertito in centro Italia un terremoto ondulatorio della durata di circa 15-20 sec. alle 3 e 33 minuti di mattino del 6 aprile 2009. La scossa è stata avvertita con chiarezza nell'appennino a Nord Est di Roma... mi ci sono svegliato. 

Da un sito americano ho visto subito i dati, i siti Italiani stanno dormendo ...

Magnitudine 6.3
Tempo esatto 6 Aprile 2009 3:32:42 ora locale
Luogo 42.423°N, 13.395°E (Parco del Gran Sasso, circa 6Km da L'Aquila)
Profondità 10Km

06/04/2009 3:45 am - EC

giovedì 2 aprile 2009

Presto, presto, torniamo indietro

"Presto, presto, torniamo indietro". Spero non sia più questo l'appello dei capi di stato del G20. Pensare che la crisi sia soprattutto psicologica e che la soluzione sia mantenere la coesione sociale e far ritornare i cittadini alle abitudini precedenti, sembra essere l'opinione di alcuni leader mondiali. Parla in questi termini laRepubblica.it, riferendosi a Berlusconi. Notizia sospetta, se confrontata con tutto quanto riportato dalle altre testate di stamattina, che mostrano invece un Presidente del Consiglio soprattuto preoccupato di preparare un'avvio trionfale al prossimo G8, in Italia. 
Le cose migliori del vertice di Londra sono invece due. La prima è l'incontro della decisione di Germania e Francia di  riscrivere le regole oramai deteriorate dei mercati finanziari, con la volontà dell'Italia di rendere centrale nei prossimi giorni la sua proposta di "legal standard act". Si tratta sostanzialmente di un problema molto sentito dai cittadini di tutta Europa, al quale si deve dare risposta. La seconda novità positiva è che i leader nazionali del vecchio continente, parlano e si comportano sempre di più come leader europei. Sembra l'inizio di un processo di maturazione di una leadership continentale. 
Banche e Borse sono utili servizi nati secoli fa. Nel corso della loro lunga storia si sono trasformate, ed oggi invece di guadagnare sul supporto che danno alle attività dell'Uomo, vi trafficano in modo poco pulito. La redditività del mercato puramente speculativo è resa maggiormente appetibile dal fatto che è controllabile a loro piacimento. Questo perchè sono loro ad avere in mano per la maggior parte del tempo i soldi di tutti. L'originario spirito di servizio è sepolto in maniera forse irrimediabile. La politica di oggi è però spaventata, più che ispirata, dal movimento di protesta di massa che è alle porte. I leader mondiali potrebbero davvero decidere di mettere le briglie alla speculazione e restituire chiarezza e scopi leciti al mercato della finanza. E' per questo che la società civile deve farsi sentire. Destra, sinistra, centro, sopra, sotto, chiese, movimenti, cittadini, tutti.

martedì 31 marzo 2009

i Maniaci della libera informazione

Le agenzia di stampa, la radio, la televisione ed i quotidiani on line hanno dato questa sera una curiosa notizia. Ecco quanto riportato dal Corriere.it: "Il direttore dell'emittente televisiva Telejato di Partinico (Palermo), Pino Maniaci, è stato rinviato a giudizio per esercizio abusivo della professione di giornalista. La citazione diretta è stata disposta dal pubblico ministero di Palermo Paoletta Caltabellotta". Maniaci, che non ha mai preso il tesserino da giornalista pubblicista, è accusato di condurre quotidianamente il Tg di Telejato senza la speciale abilitazione di Stato.
«L’esercizio abusivo della professione non è svolto da Maniaci ma da chi, tesserino o non tesserino omette, fa finta di non vedere, nasconde le notizie o magari trova perfino il modo di pubblicare le lettere dei mafiosi condannati e sottoposti al 41bis. Non entriamo neanche nel merito del provvedimento qualunque sia la motivazione addotta. L’unica certezza è che sia stato applicato alla persona sbagliata nei tempi sbagliati e con le modalità sbagliate. In ogni caso, per quel poco che vale, e per quanto ci riguarda, noi consegneremo nella giornata di oggi la tessera di Art.21 a lui e alla sua redazione» è il commento del portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti.

Ho voluto riportare la citazione di Articolo21 perchè questa è un'associazione nata per la difesa della libera informazione. L'articolo citato è il numero 21 della Costituzione Italiana. Senza giri di parole lo riporto integralmente, in modo che tutti possano leggerlo:

Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

A fronte di tutto ciò, oggi per poter esercitare la professione di giornalista, bisogna essere necessariamente iscritti all'Ordine dei giornalisti. Questo è definito dalla Legge n° 69 del 1963 (ordinamento della professione di giornalista) [LINK]. Appare chiaro come ci sia un evidente contrasto tra i diritti sanciti dalla Carta Costituzionale e le restrizioni definite dalla Legge. Forse Pino Maniaci si difenderà come ha già fatto con successo nel 2008, definendosi direttore di un Tg espressione di un movimento culturale al di fuori di una vera attività professionale. Forse con un tocco di fantasia mediterranea dovrà dire di non definirsi "giornalista" ma "informatore" o "commentatore libero". Sta di fatto che scrivere di fatti, riportare abitualmente sui mezzi di informazione opinioni, analisi, ricerche, non è permesso davvero a tutti in piena libertà. Se vediamo tuttavia la quantità di pubblicazioni pornografiche che dilagano nelle edicole o su internet, potremmo addirittura pensare che in Italia i diritti dell'Articolo 21 della Costituzione possono essere interpretati in modo straordinariamente liberale. Evidentemente con il porno si può fare, con l'antimafia, il dissenso, la critica al potere corrotto, il libero pensiero, no!
Mi sembra quindi lodevole l'iniziativa del deputato del PDL, Benedetto Della Vedova, riportata da Libero-news.it. Il deputato, secondo la testata web, avrebbe presentato un'interrogazione al Ministro della Giustizia Alfano, dicendo tra le altre cose: "Non so fino a che punto sia coerente con le disposizioni normative un'imputazione di esercizio abusivo della professione per una attivita' di militanza politica e civile, quale e' quella coraggiosamente condotta dal direttore di Telejato - Sono pero' sicuro che esiste un evidente contrasto fra le norme che disciplinano l'attivita' giornalistica e il diritto costituzionalmente garantito alla libera manifestazione del pensiero, ..., come recita l'articolo 21 della Costituzione, laddove questa sia subordinata ad un'abilitazione pubblica e all'iscrizione ad un ordine professionale. Il modo migliore per tutelare il diritto alla libera espressione di Pino Maniaci, come quello di qualunque altro cittadino, e' cambiare la normativa grottesca, burocratica e corporativa che disciplina l'esercizio dell'attivita' giornalistica".
Vista la qualità dell'informazione che ci circonda, penso che l'Ordine dei giornalisti non sia una garanzia di bontà e libertà dell'informazione. Penso anche, come sembra farlo Della Vedova, che limiti inutilmente i diritti sanciti dalla Costituzione. Sono veramente così liberi ed obiettivi tutti i giornalisti ed i pubblicisti? Lo sono più di un normale cittadino che abbia la capacità e la voglia di esprimersi in pubblico? La realtà è che l'unica cosa che effettivamente l'Ordine sembra garantire è un buon livello di preparazione professionale. Cosa lodevolissima ma che potrebbe affermarsi altrettanto bene in un regime di maggiore libertà e concorrenza. Spesso si ha l'impressione che i giornalisti si barrichino dietro la difesa di questo anacronistico Ordine professionale, solo per difendere il loro sacrosanto diritto a non essere sfruttati. Che si mobilitino invece sul fronte della giusta retribuzione e del corretto rapporto di lavoro nell'informazione. Che almeno loro lavorino per abbattere le barriere delle Corporazioni.
Infine noto con piacere che la solidarietà al GIORNALISTA Pino Maniaci è espressa da molte testate web. Ne riporto alcune a testimonianza del sostegno che tutti sembrano voler dare al simpatico e coraggioso conduttore antimafia:
la Stampa.it - Siamo tutti Maniaci;

Da un non giornalista, cittadino che molto più modestamente e meno coraggiosamente di Pino Maniaci, lotta per migliorare questo paese, appoggio Pino Maniaci e gli faccio i migliori auguri. Speriamo che presto la Procura della Repubblica di Palermo riesca ad occuparsi di cose più degne ed urgenti.
EC

domenica 29 marzo 2009

Libero arbitrio o Testamento biologico

Se potessimo vedere su di un grafico il numero di volte in cui il  termine "libertà" è stato pronunciato nella storia, vedremmo una lunga linea retta vicino allo zero, seguita da una costante salita a partire dal diciottesimo secolo. Chiaramente è difficile distinguere tra l'uso e l'abuso del termine. Spesso questo è stato usato come paravento ideologico od in modo contrario al significato condiviso dai più. E' sempre positivo però il fatto che se ne parli. Citata ben ventidue volte nella "Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo" e tredici nella Costituzione Italiana, la parola libertà è musica per le orecchie di chi ha a cuore il progresso civile dell'umanità.
Oggi in Italia questa parola è fortemente alla ribalta. La parte più rilevante dell'attuale maggioranza la mette in bella mostra nel nome del nuovo partito. La parte più progressista dell'opposizione si appella ad essa, proprio per contrastare il progetto di legge della maggioranza sul testamento biologico. Da libero pensatore razionale e laico ho mille argomenti per discutere queste posizioni. Tuttavia voglio portare argomenti più vicini alla cultura a cui maldestramente ed opportunisticamente si ispirano alcuni leader della maggioranza. Userò parole, non selezionate ad arte, di un Papa, perchè ritengo che spesso sia proprio da quel fronte che vengono alcuni contributi presi a pretesto per politiche non del tutto aperte alla libertà dei cittadini. Faccio quindi riemerge dal passato le parole di un uomo illuminato, grande amico di Aldo Moro e pontefice di Roma, con il nome di Paolo VI. Estraggo per questo alcune frasi dall'udienza generale di mercoledì 5 febbraio 1969, che potete trovare sul sito www.vatican.va.

Si fa oggi, come tutti sanno, molto parlare di libertà. È questo un nome che risuona dovunque si discuta dell’uomo, della sua natura, della sua storia, della sua attività, del suo diritto, del suo sviluppo. L’uomo è un essere in crescita, in movimento, in divenire; la libertà gli è necessaria. Guardando più addentro nell’essere umano, si vede che l’uomo, nell’uso delle sue facoltà spirituali, mentre è determinato dalla tendenza al bene in generale, non è determinato da alcun bene particolare; è lui stesso che si autodetermina; e chiamiamo libertà il potere che la volontà dell’uomo ha di agire senza essere costretta, né internamente, né esteriormente. E si è visto che questo libero arbitrio è così proprio dell’uomo da costituire la sua nota specificante, da fondare il titolo primo della sua dignità personale, e da conferirgli l’impronta caratteristica della sua somiglianza con Dio. 
... omissis ... 
Libertà e autorità sono tanto spesso apparsi termini antitetici. Anche ai nostri giorni la soluzione di questa antitesi pone problemi gravi, sia nel campo pedagogico, che domestico, o sociale e politico; ed anche in quello ecclesiastico. 
... omissis ... 
Non potremo progredire nella vita cristiana, né in quella ecclesiale, se non avremo progredito nell’autentico e legittimo uso della libertà. (Paolo VI 1969)

La Chiesa è fatta di uomini che in passato si sono sbagliati molte volte e su temi spesso importanti. I perdoni chiesti da Papa Giovanni Paolo II, sono l'atto di un uomo giusto che riconosceva tutto questo e cercava di porre rimedio. Oggi mi rattrista vedere le truppe del centro destra, posizionate a difesa della linea dei Valori. Non sono triste per i Valori ma per chi dovrebbe ergersi a loro difensore. In tutti questi importanti principi ci si dimentica del tutto di un dono di Dio all'Uomo: il libero arbitrio. 
L'Uomo è libero di scegliere. E' libero "di" e deve essere libero "da". La legge sul testamento biologico, come voluta da parte della maggioranza, permette all'uomo di godere di questo dono di Dio? Od ancora una volta l'oscurantismo di chi si erge a faro di Verità anche in tema di leggi civili, produrrà qualche guasto per il quale dovremo accettare altre scuse in futuro? Che la Chiesa insegni liberamente, che lo Stato educhi e tuteli le persone anche in parte da loro stesse, va bene. Che però alla fine sia lasciata all'Uomo la sua preziosa libertà di scelta. Spero che il popolo delle Libertà non voglia iniziare proprio dalla "libertà" di fare a pezzi la libertà di chi non la pensa come lui.