domenica 18 maggio 2008

Lo strano male che portò Iacopo Ortis al secondo girone del settimo cerchio

"Uomini fummo, e or siam fatti sterpi: ben dovrebb' esser la tua man più pia, se state fossimo anime di serpi".

Questa invocazione ci viene da 700 anni nel passato e narra di coloro che, essendo nostri fratelli, presi dalla più feroce disperazione per le ingiurie della vita, decidono di farla finita. Verso i più deboli o semplicemente i più sfortunati, volgiamo la nostra attenzione quando è troppo tardi. In questi giorni, un mio coetaneo si dice schiacciato da una morsa chiamata disperazione, non lontano da dove scrivo non ha più retto al carico per lui troppo gravoso. Non ha trovato sul suo cammino un'anima amorevole che lo sollevasse dal suo fardello ed ora riposa in pace nel ricordo di chi lo conosceva, accompagnato dalla commozione di chi si interroga su come possano succedere queste cose.
Ma queste cose, i suicidi, accadono in Italia con una frequenza di circa 4.000 casi accertati all'anno. Stiamo parlando di un caso ogni 6.000 famiglie circa, ogni anno. Ho accostato questo fatto recente a quello ben più noto, anche a causa di qualche strumentalizzazione elettorale di cattivo gusto, dell'operaio a tempo determinato della Thyssen. Questo ragazzo, anche lui con moglie e due figli, non ha retto alla notizia di non essere riconfermato al suo posto di lavoro. Ed ancora ieri un giovane si è dato fuoco, seguendo le orme del padre, erede di una disperazione "genetica", di una predestinazione perversa.
Sul fronte dei suicidi non mi sembra ci sia una particolare attenzione istituzionale o sociale in tema di studio o di prevenzione. Sembra invece che la cosa venga liquidata come una sorta di problema medico o psicologico del suicida. Non mi sembra siano universalmente noti interventi seri e strutturali volti ad alleviare anche quelli che invece sono i problemi concreti che scatenano questa smisurata reazione. Tutti i comuni hanno i servizi sociali a cui le persone in difficoltà possono rivolgersi ma un vero intervento organizzato con lo scopo di salvare queste 4.000 vite all'anno, pare non esserci. E dire invece che alcuni studi si dimostrano ottimisti sulle possibilità di limitare questo flagello (LINK ad articolo di Tempo Medico), mentre altri analizzano il fenomeno in maniera molto approfondita (LINK a documento dell'OMS sulla Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio).
Da inesperto mi viene da semplificare pensando: "una persona veramente disperata, tanto da meditare il suicidio, a chi può rivolgersi per avere un aiuto concreto ?". Non è possibile istituire un soggetto che possa essere l'ultimo riferimento dei disperati oltre ogni limite ? Può esistere una sorta di Croce Rossa da far conoscere in modo che chiunque si senta veramente abbandonato abbia almeno un riferimento ? A fine marzo 2008, la Corte di conti citava , ripresa dalla stampa, oltre 110 enti inutili che gravano da anni sul bilancio dello Stato. Con la sola manovre Finanziaria 2008, il Governo si riprometteva di recuperare circa 400 milioni di Euro, semplicemente con un "giro di vite" sul loro ridimensionamento. Anche solo una parte di questo importo potrebbe costituire la base per avviare un intervento di un soggetto giuridico capace di affrontare in modo concreto questa piaga.
Un organismo di tale specie, avendo natura di diritto pubblico, potrebbe molto velocemente coordinare quelle forze che sul territorio sono già schierate, come i servizi sociali comunali, le ASL, le prefetture, le associazioni. Individuata una persona in difficoltà ci si attiverebbe per un immediato sostegno, mentre comunque si farebbero le adeguate verifiche. La persona veramente disperata dovrebbe essere seguita nel suo percorso di uscita da tale stato. Forse lo Stato dovrebbe occuparsi di rendere concreti sogni come questo. Forse dovremmo pensare a come rende noi stessi meno sordi alle sofferenze di chi conosciamo.

sabato 17 maggio 2008

Redditi on-line, casi di studio (3)

Questi famigerati elenchi dei contribuenti sono consultabili o no presso i comuni o gli uffici dell'Agenzia delle Entrate ? Risposta affermativa, stando a quanto dicono l'Agenzia delle Entrate e lo stesso Garante della Privacy: "gli elenchi sono formati annualmente e depositati per un anno, ai fini della consultazione da parte di chiunque, presso i comuni interessati e gli uffici dell'Agenzia competenti territorialmente" (LINK al provvedimento del Garante - LINK al comunicato AGE). Risposta negativa, stando almeno a quanto evidenziato da un'inchiesta giornalistica di Ilaria D'Amico nella sua trasmissione EXIT su La7 (LINK al video).
Personalmente ritengo attendibili i contenuti dell'inchiesta avendo più volte sperimentato come il concetto di Privacy sia molto confuso nella testa dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Se volete fare personalmente una prova, stampate il provvedimento del Garante ed il comunicato dell'Agenzia delle Entrate ed andate nel vostro comune per chiedere di consultare gli elenchi: scrivete quanto è accaduto come commento al post. In ogni caso oggi è la magostratura che sta occupandosi della circolazione dei file in rete (LINK Panorama).

Pubblico ora alcune nuove statistiche che ho fatto sui redditi dei residenti di Roma. Parto con una tabella dei redditi da lavoro dipendente per fasce di età:

redditi da lavoro dipendente a Roma

decade

reddito medio

n° contribuenti

0-10

1.409,41

120

10-20

2.734,66

787

20-306.938,22

69.889

30-4016.215,90

230.895

40-5024.260,34

259.077

50-6029.956,14

206.780

60-7028.886,88

197.183

70-8022.451,80

170.661

80-9018.316,95

114.760

90-10015.628,09

29.891

100-11012.536,01

1.829

110-1206.408,36

11


I lavoratori che percepiscono questo tipo di redditi possono nascondere molto poco se non nulla all'Erario. Rimango perplesso dall'esistenza di redditi di questo tipo per la prima fascia di età, cosa che fa pensare a tristi pratiche di lavoro minorile ma che forse si può spiegare come errore di data di nascita od altrimenti. Sorprendente inoltre il vedere generosi contribuenti che ben oltre gli 80 e fino a più di 110 anni, dichiarano redditi. La descrescita netta dei redditi attorno ai 60 anni dimostra invece il passaggio alla pensione; quella del numero attorno ai 50 la mortalità od il passaggio al lavoro autonomo obbligato per chi viene licenziato ? Sostanzialmente si vedono redditi sempre mediamente abbastanza bassi e che spiegano bene come sia difficile farsi una famiglia al di sotto dei 40 anni per un dipendente medio.

Stessa analisi per i redditi di lavoro autonomo:

redditi di lavoro autonomo

decade

reddito medio

n° contribuenti

10-2011.184,33

3

20-3014.990,92

554

30-4024.464,35

11.017

40-5039.699,56

16.942

50-6057.283,96

11.392

60-7086.930,30

5.180

70-80133.450,06

1.528

80-90127.615,89

311

90-100110.599,18

17


Evidentemente questi lavoratori sono meno longevi e la cosa non stona con il maggiore logorio che necessariamente questo tipo di attività comporta: si vede un calo nel numero circa dieci anni prima e scompaiono gli ultracentenari, rispetti ai concittadini dipendenti. Economicamente questo tipo di redditi è maggiormente gratificante e permette ai trentenni di raggiungere il loro livello di reddito un decennio prima dei dipendenti. Il livello di redditività si mantiene e si rafforza con l'età, invece di decrescere come nel precedente caso. Questo è facilmente spiegabile con il fatto che questi lavoratori continuano a lavorare anche quando i loro concittadini dipendenti sono andati in pensione. Impressionante invece la differenza di numero che fa vedere che ci sono meno di 4 lavoratori autonomi a Roma per ogni 100 dipendenti.

martedì 13 maggio 2008

Redditi on-line, casi di studio (2)

Torno a parlare dei redditi dei dentisti che operano e sono residenti a Roma. Questa volta ho voluto analizzare la differenza tra chi dichiara redditi di lavoro dipendente attraverso il CUD, il 730 o UNICO Persone fisiche e chi invece presenta redditi da lavoro autonomo o da partecipazione in società. Questo è possibile dato che i dati pubblicati dall'Agenzia delle Entrate indicano anche il modello di dichiarazione utilizzato, a cui corrisponde la categoria del reddito. Nel primo caso mi riferisco alle categorie C ed RC e nel secondo alle RE ed RH. Per chiarezza debbo dire che le quattro categorie di reddito individuate contano ben 1.654 dichiarazioni sul totale di 1.759, quindi ben il 94%. I casi restanti sono dati da redditi da fabbricati e diversi.
In particolare abbiamo solo 263 dichiarazioni su redditi da lavoro dipendente, 76 con il semplice CUD e 187 con UNICO-PF, contro 1.166 posizioni di lavoro autonomo e 225 partecipazioni in società. Ecco i rispettivi redditi medi:
  • C (CUD - lavoro dipendente) - 76 posizioni - reddito medio € 51.533,00
  • RC (UNICO-PF - lavoro dipendente) - 187 posizioni - reddito medio € 56.629,00
  • RE (UNICO-PF - lavoro autonomo) - 1.166 posizioni - reddito medio € 31.563,00
  • RH (UNICO-PF - partecipazione in società) - 225 posizioni - reddito medio € 40.238,00
Un giovane che sognasse di fare il dentista in Italia o perlomeno a Roma, leggendo questi dati capirebbe subito che conviene decisamente farlo come dipendente di uno studio o partecipando ad una società anziché come professionista autonomo. Scherzi a parte, la triste realtà potrebbe essere che i dipendenti e le società sono due soggetti fiscali per i quali evadere le imposte è oggettivamente molto più difficile (a volte impossibile) rispetto ai liberi professionisti. E' anche vero che i maggiori rischi a cui proprio questi ultimi sono soggetti e l'elevata pressione fiscale creano un clima in cui alcuni potrebbero sentirsi giustificati a evadere criminalmente le tasse.

E' forse utile vedere la rappresentazione grafica dei redditi della categoria che sembra più preoccupante, ossia quella dei redditi RE di lavoro autonomo. Ricorso che in orizzontale (ascisse) ci sta l'imponibile dichiarato ed in verticale (ordinate) l'età del dichiarante.
Invito chi legge a non pensare che questo piccolo esercizio di statistica possa essere assolutamente esente da errori, nessuna opera dell'ingegno umano può esserlo. Tuttavia i dati citati sono a disposizione di molti e chi vuole può rifarsi un giro di conti.

lunedì 12 maggio 2008

Redditi on-line, casi di studio

A fine aprile, il direttore dell'Agenzia delle Entrate ha ritenuto che si potesse applicare una norma che imponeva la trasparenza sui redditi degli italiani, pubblicandoli tutti, ma proprio tutti, su internet. Chiunque nel mondo possedesse una connessione ad internet, ha potuto scaricarsi così i file contenenti i dati principali delle dichiarazioni degli oltre 38 milioni di cittadini italiani che dichiarano imposte. L'iniziativa è stata giustamente bloccata dal garante della privacy dato che fatta salva la trasparenza dovuta per legge, il sistema applicato non permetteva di registrare il nome di chi consultava o scaricava i dati.
I dati comunque circolano su internet e una copia parziale di questi è arrivata fino al mio computer. Ho quindi pensato di fare una piccola analisi statistica, per capire se siamo un popolo di evasori o no. Ho pensato di confrontare i dati relativi ai contribuenti di Roma con alcune categorie di professionisti o lavoratori di cui fosse possibile scaricare gli elenchi nominativi, unica condizione per poter fare un incrocio informatico.
Ecco che oggi parto con i redditi dei dentisti anche se debbo specificare che la scelta è dettata dal fatto che i loro elenchi su internet sono i più completi e facili da scaricare. La macchietta del dentista che ti dice "senza fattura viene 3.000 ma se vuole la fattura ..." appartiene sempre di più ad un passato che sta sparendo e personalmente ho sempre incontrato professionisti seri che mi hanno rilasciato fattura senza doverla chiedere. Quindi la scelta è puramente tecnica, operata senza nessuna malizia. Dato che non posso pubblicare dati che permettano di rintracciare singoli contribuenti, mi limiterò ad alcuni dati e grafici di natura statistica.

Dai dati dell'Ordine, tra dentisti, odontotecnici, odontoiatri e via discorrendo, a Roma si contano 2.828 soggetti, il 29% dei quali femmine.

Incrociando i dati sopra citati con gli elenchi dei contribuenti di Roma, (incrocio con cognome, nome e data di nascita) troviamo che solo 1.759 di questi hanno residenza e dichiarano redditi a Roma, il 62% del totale di prima. La cosa è possibile dato che molti di questi potrebbero ben operare a Roma essendo residenti fuori della capitale.

Ecco la distribuzione di quelli residenti a Roma secondo le seguenti fasce di età:

0-30

19

1%

31-40

582

33%

41-50

658

37%

51-60

150

9%

61-70

152

9%

over 70

198

11%


1759

100%


Se andiamo a vedere i redditi troviamo un reddito medio pari ad € 36.095,00. Il reddito medio delle femmine è di € 28.142,00, quello dei maschi di 38.723,00.

Se andiamo a fare il reddito medio escludendo le due fasce estreme di età (la over 70 e la under 30) scopriamo che il reddito diminuisce fino ad € 34.523,00.

Ecco il reddito medio per fascia di età:
0-30 6.077,58
31-40 22.328,28
41-50 32.385,40
51-60 57.610,12
61-70 67.681,34
over 70 51.217,96

Infine ecco una informazione grafica che rappresenta i redditi dei dentisti operanti e residenti a Roma in relazione all'età:

Questi dati non sembrano a prima vista preoccupanti: mostrano una naturale crescita dei redditi con l'età e considerando che la media è solo un indicatore statistico, presentano nel loro dettaglio molti redditi decisamente alti. Certo è che se prendiamo la fascia più ricca (quella 61-70 anni) e pensiamo a sole prestazioni da € 100,00 l'una per un numero di giorni di studio che salvi un mese e mezzo di ferie ed una settimana di apertura di soli 4 giorni, troviamo che il reddito indicato si raggiunge con una media di 3,68 pazienti al giorno.

Guai comunque a dubitare di chiunque grazie alle statistiche. Come tutti ho certo sentito dire di dentisti e di molti altri generi di professionisti che non fanno fattura. Tuttavia non ne ho mai incontrati. Quindi la morale di questo esercizio di statistica è quello di dire che va bene guardare i dati per farsi un'idea ma solo se si è disposti a mantenere la propria testa aperta all'osservazione diretta della realtà. Insomma se vi capita che non vi fanno la fattura, protestate e pretendete che chi vi sta di fronte faccia il proprio dovere ma non mettete in croce una categoria solo perché una media vi dice qualche cosa.