giovedì 19 febbraio 2009

I nodi vengono al pettine

I nodi vengono al pettine e, se si tira, qualche capello si strappa. Quanto accaduto in questi giorni nel sedicente partito Democratico è cosa tragica ma salutare. Un vero gentiluomo, Veltroni, ha voluto pagare in prima persona un conto che a dire il vero andrebbe presentato ad altri. I baroni del centro sinistra si sono sempre sentiti stretti in un partito che voleva imitare la snellezza e quell'imbarazzante contatto con i cittadini tipico dell'omonimo partito americano. Molti hanno temuto che dalla base potessero nascere quei pericolosi rimescolamenti con la società civile che forse lo stesso Veltroni auspicava. Che fine farebbero, in un partito che permettesse alle forze nuove di emergere, oligarchi come D'Alema, Rutelli, ed altri soggetti che hanno fatto della politica la loro unica ragione di vita, e che varcata la soglia della mezza età non possono vantare alcun risultato veramente utile per i propri concittadini?
Questi potenti, di cui i due soggetti citati sono solo gli elementi più illustri, debbono per forza stroncare certe tendenze sul nascere, per imporre la loro esperta mediazione nell'uso degli strumenti della politica.
Ho sempre ritenuto Veltroni un ottimo segretario per il nascente partito democratico italiano, ma anche un candidato premier del tutto inadeguato. Se da un lato incarna molto bene il sogno di quanti vedono in quello americano un modello a cui ispirarsi, dall'altro è una persona troppo legata al lungo gioco di alleanze e compromessi che hanno caratterizzato la politica italiana. Infatti Veltroni ha sempre vissuto all'interno dello sviluppo del suo partito, di cui è da troppi anni un punto di riferimento alternativo allo strapotere di D'Alema. I pur prestigiosi incarichi di direttore dell'Unità, di vicepresidente del primo governo Prodi e di sindaco di Roma gli vengono in gran parte dall'essere uomo di partito ed abile tessitore di alleanze. Non ha mai dato prova di doversi misurare nel mondo reale in termini di competitività e di competenza. Dietro di lui, come pure degli altri oligarchi dei partiti italiani, correnti, mutui sostegni, e nessuna dimostrazione pratica del sapersi mettere in gioco in un confronto leale con la società civile. In un paese da sempre molto ideologizzato, in cui l'appartenenza politica è vissuta quasi con la stessa razionalità con cui si tifa per la squadra del cuore, queste prove non servono. Sono richieste solo ai politici dei paesi politicamenti più maturi, come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna.Tuttavia Veltroni, credendo veramente nell'idea di questo ultimo progetto politico, doveva lottare per gettare le basi di un profondo e reale rimescolamento del partito con la società civile. Doveva opporsi al semplice trasloco delle gerarchie dai vecchi partiti, rifiutarsi di organizzare primarie farsa e lavorare all'unico vero progetto realizzabile: la creazione di Partito Democratico di nome e di fatto. Invece ha semplicemente accettato di fare da regista ad un'operazione di trasformismo politico con cui i suoi più vecchi rivali lo hanno portato ad entusiasmare milioni di italiani, abbagliati da qualche sprazzo di novità, seminato ad arte.
Non si è dimesso per aver perso le elezioni sarde, né perché si avviava a perdere quelle europee; neanche per la questione morale che lo aveva pericolosamente sfiorato a dicembre con l'affare Romeo. Ha gettato la spugna perché solo oggi si è accorto di essere stato abilmente messo nel sacco dai suoi gattopardeschi compagni di merende. -Occorre che cambi tutto, perché non cambi niente-, diceva Tommasi di Lampedusa. Questo giochino lo hanno capito bene alcuni dei -principali esponenti della coalizione a lui vicina-, per dirla con lo stile del mite Walter. Dal PCI al PDS, dalla DC ai Verdi, passando per i DS e la Margherita per approdare al PD. Una splendida avventura, ed un fiorire di novità, tutte solamente nei nomi dei partiti, mai realmente nelle persone o nelle idee. Walter si è accorto solo ora che un partito che ha una Direzione Nazionale di 140 persone, un'Assemblea costituente di 2.853 persone, forse non tutte scelte troppo lontane dalle vecchie sezioni dei DS e della Margherita, uno statuto con 52 articoli e ben 214 commi, sembra fatto apposta per affossare qualsiasi spirito veramente democratico.Oggi posso dire che doveva restare. Doveva imporre una coraggiosa riscrittura delle regole di vita e di democrazia del partito. Doveva dare la possibilità agli italiani che lo vogliano, di contagiare il suo partito e di riformarlo fin dalle fondamenta. E' allucinante che oggi si parli di candidati alla segreteria come Bersani, Fassino, Finocchiaro, in politica da sempre. Nessuno pensa più ad una gestione che miri a selezionare una classe dirigente completamente nuova partendo direttamente dalla società civile, per arrivare pronti e rinnovati alle prossime politiche.

sabato 7 febbraio 2009

LEXCIVILIS ANNO ZERO - il libro

Oggi esce il libro LEXCIVILIS ANNO ZERO. Si tratta della raccolta, riveduta ed adattata al nuovo formato, degli scritti da settembre 2007 fino a novembre 2008. Gli argomenti sono molti, raccolti in cinquantotto articoli. Le figure politiche, storiche ed istituzionali trattate od anche solo citate sono ben centoventiquattro, raccolte nelle centoottanta pagine del testo.



Per fare questo ho deciso di aprire una linea editoriale LEXCIVILIS, regolarmente registrata all'ISBN. Spero che questo primo libro, come pure il blog, possano risultare interessanti non certo per come sono scritti, ma soprattutto per le idee e le analisi che cercano di far circolare. Non sono strumenti di ricerca di consensi, ma tentativi di rimettere in moto quel po di ottimismo e di fiducia nel progredire della civiltà in Italia. L'Italia ha bisogno oggi più che mai, del contributo utile dei suoi cittadini. Lo spirito pratico, conciliante, ma sorretto da forti valori, che anima la gente comune, deve farsi protagonista riportando al giusto livello il peso della politica in questo paese. Democrazia, nel suo significato più antico, vuol dire governo espresso nei canoni di libertà, giustizia ed uguaglianza. Nessun gruppo sociale deve prevalere, oltre i naturali rapporti numerici di uguaglianza, sugli altri. Solo dalla riscoperta dell'impegno civile di tutti, può venire l'alba di una nuova era di vera e compiuta democrazia.

PER ACQUISTARE IL LIBRO SU INTERNET:
contatta la LIBRERIA CALLIOPE DI POGGIO MIRTETO (RI)
scrivi direttamente all'autore a LEXCIVILIS@GMAIL.COM

N.B. Si può acquistare il libro al suo prezzo di € 9,00, oltre le spese di spedizione (posta prioritaria - circa € 2,00). La vendita non è realizzata a scopo di lucro, il prezzo copre il costo di produzione.