domenica 29 giugno 2008

Visti da lontano: Italy and Italian

Cosa pensano di noi i paesi anglosassoni ? Come vedono l'Italia e gli italiani ? Siamo stimati o derisi, seguiti con attenzione o dimenticati ? Per chi non abbia una finestra quotidiana su quel mondo allora il Blog Spicchinglish (LINK) è un buon posto dove vedere il Belpaese dal punto di vista di chi parla l'Inglese.
L'interesse nasce dal fatto che è per molti naturale riconoscere a quei paesi una delle più alte dosi di cultura democratica ed al tempo stesso di civiltà del mondo moderno. Spicchinglish raccoglie gli articoli della stampa anglofona presentati da Google-news e li traduce con Google-translate. Il risultato è comico nella forma ma del tutto serio nel presentare contenuti ricchi di spunti di riflessione. Posso assicurare che non opero nessuna selezione sui temi trattati negli articoli, se non limitare alquanto la preponderanza delle notizie di calcio. Ed ora una sequenza delle ultime news di Spicchinglish: l'Italia e gli Italiani visti da chi parla la lingua di Shakespeare, buona lettura:

martedì 24 giugno 2008

Lavoro, strada ed effetti collaterali

Il sei giugno ho ascoltato nella rubrica "Lettere a Radio24" una lettera di un ascoltatore che raccontava la tragedia del suocero toltosi la vita dopo il ritiro della patente.
Quest'uomo, ex professore in pensione da poco, si era comprato l'auto nuova per accompagnare la figlia al matrimonio. L'auto gli serviva anche per portare in ospedale ogni pochi giorni la madre anziana ed inferma. Al rientro da un raduno di alpini, a soli due chilometri da casa, un controllo del tasso alcolico lo precipitava in una situazione per lui insostenibile: seimila euro di multa, ritiro della patente per due anni, arresto e confisca dell'auto dopo la sentenza.
Una severa condanna che ha precipitato l'uomo nel baratro della disperazione, fino al suicidio. A colpire ancora di più l'ascoltatore era il fatto che nella zona, pochi mesi prima, un'altra persona era ricorsa a tale gesto dopo una condanna simile: questa volta a causa dell'inevitabile perdita del lavoro che ne era derivata. Che si possa trattare di una sorte di "danni collaterali" della nuova politica di sicurezza stradale ?

Bella la risposta del direttore di Radio24, Giancarlo Santalmassi che si dichiarava colpevole lui stesso della morte dei guidatori suicidi. La colpa in sostanza era quella di non aver dato con continuità la giusta informazione agli ascoltatori su quali rischi si corrano, anche sotto il profilo giudiziario, nel guidare in stato di ebbrezza. Santalmassi ha anche legato, con delicatezza, la lettera dell'ascoltatore a quella oramai famosa su internet chiamata "lettera di una ragazza morente" (LINK al testo - LINK all'audio mp3).

Troppo spesso siamo colpevolmente superficiali sotto questo aspetto. E' dimostrato con certezza che anche poco alcool provoca un ritardo nei tempi di risposta agli imprevisti ed acuisce oltre misura il nostro senso di sicurezza. Una miscela di effetti deleteria per affrontare senza la necessaria prudenza ed a riflessi rallentati, la guida di un mezzo stradale che può trasformarsi in una macchina di morte. Quando diciamo che un paio di bicchieri di vino non facciano molto, pensiamo a cosa proveremmo sapendo la nostra figlioletta, od un nostro consanguineo, morti sull'asfalto a causa di chi sostanzialmente è solamente superficiale come noi.

Il discorso ha chiari connotati di civiltà e credo che il nesso sia chiaro se pensiamo alla grande maggioranza dei concittadini europei, come ad esempio tedeschi ed inglesi che, quando escono in gruppo a mangiare e bere, lasciano completamente sobrio uno del gruppo, con la mansione di autista. A loro confronto siamo un branco di selvaggi, immaturi ed incivili barbari.

Chiunque faccia sport con continuità (cosa rara in un popolo di lordoni come il nostro) sa bene che anche un solo bicchiere di vino cambia sensibilmente i nostri riflessi. Provate a far bere anche poco un maestro di tennis per vedere subito dopo quante palle mancherà completamente: rimarrete impressionati !

Quindi chi si ostina a pensare di poter controllare il suo corpo e bolla come esagerate le norme sulla guida in stato di ebbrezza è decisamente un individuo immaturo e superficiale. Io ho scelto di non bere o mangiare qualsiasi cosa contenga alcool, prima di mettermi alla guida di un mezzo. Preferisco una autolimitazione assoluta ad una davvero poco gratificante concessione di un solo bicchierino di birra o di vino. Quindi addio alla bevanda di bacco nelle cene fuori casa, come pure al grappino od al limoncello solitamente offerto alla fine di queste. Mi consola il fatto che con mia moglie almeno potremo fare a turno, questo piccolo ma necessario sacrificio. Scelgo di fare tutta la mia parte per non diventare un potenziale pericolo e mi sento per questo più coerente ed un poco più civile.

Ecco quali sono le pene per la guida in stato di ebbrezza:

Tasso alcolemico
Sanzione
tra 0,5 g/l a 0,8 g/l ammenda da 500 a 2.000 euro. Sospensione della patente da 3 a 6 mesi.
tra 0,8 e 1,5g/l ammenda da 800 a 3.200 euro e arresto fino a 6 mesi. Sospensione della patente per un periodo di tempo compreso fra 6 mesi e 1 anno.
oltre 1,5 g/l ammenda tra 1.500 e 6.000 euro e arresto da tre mesi ad 1 anno. Sospensione della patente da 1 a 2 anni. Confisca del veicolo con la sentenza di condanna.

Ecco il grafico della Polizia di stato per capire come si raggiunge un alto tasso alcolemico:



Visto che siamo comunque un paese di furbetti ecco cosa accade a chi pensasse di rifiutarsi di misurare il tasso alcolemico commettendo un illecito penale:
a) arresto da tre mesi ad un anno
b) ammenda da 1.500 a 6.000 euro
c) sospensione della patente pEcco la tabella della Polizia di Stato sul tasso alcolemico (LINK al sito)er un periodo da 6 mesi a 2 anni e la revoca nel caso in cui il conducente sia stato condannato per il medesimo reato nei due anni precedenti
d) fermo amministrativo del veicolo per 180 giorni se il veicolo appartiene alla stessa persona responsabile dell'illecito.Ce n'è per fare tutti un serio ragionamento. Quindi pensiamoci bene prima di metterci alla guida dell'auto e non troviamo argomenti come "allora che dire dell'uso del cellulare" od ancora "e quelle donne che si truccano in auto" od altre scuse per non fare il nostro dovere. Soprattutto non disperiamoci dopo che la polizia stradale ci ha giustamente puniti: lo sapevamo bene e ce lo saremmo meritati.

martedì 17 giugno 2008

Robin Hood o principe Giovanni

Faccio fatica a capire quanto sta accadendo in queste ultime ore in parlamento. In mezzo al decreto sulla sicurezza, quello per intenderci che dovrebbe togliere la microcriminalità dalle nostre strade e rendere più sicure le nostre vite, viene inserito un emendamento che pare invece serva al Presidente del Consiglio per ritardare l'ultimo dei processi in cui gioca il ruolo di imputato.
Immediatamente il teatrino politico si accende di toni coloriti e tratti marcatamente decisi; di colpo ci si spantana da quella sorta di melassa che ha fino ad oggi avvolto le idi dell'attuale legislatura. Parrebbe che il principale leader della coalizione avversa al Presidente del Consiglio si sia improvvisamente accorto di essere all'opposizione ed abbia per un paio di giorni alzato la voce.

Ancora una volta non mi piace affatto l'incoerenza e la furberia spicciola di una classe dirigente che ci blandisce con spiegazioni che non convincerebbero un bimbo di tre anni. Nessuno ci venga a dire, per favore, che la norma del rinvio dei processi per reati meno gravi è una norma a garanzia dei cittadini italiani, né che essa è coerente in senso assoluto con il programma di governo sulla sicurezza. Essa è chiaramente una norma salva-Berlusconi e male fanno i servi del Presidente a smentirlo. Inoltre, posto che la percezione sulla sicurezza è legata proprio ai reati cosiddetti minori ma di grande impatto sociale, questa norma va nella direzione opposta a quella stabilita dalla logica complessiva del decreto.

Ancora una volta emerge una sapiente regia di Berlusconi che riesce anche a smentire di fatto i suoi fedeli servitori, attaccando con coraggio e nell'ambito dei suoi diritti di cittadino (questa volta si) il giudice del suo processo, mediante atto di ricusazione. Sinceramente nelle motivazioni del Presidente, se confermate, vi sono molti e gravi motivi di preoccupazione.

Infine direi che Berlusconi ha certamente la forza, datagli dai suoi numerosissimi elettori, di imporre una norma salva alte cariche dello stato, del tutto legittima se legata ad un giusto rinvio dei procedimenti e non ad un colpo di spugna. Tale norma potrebbe anche essere anticipata da un provvedimento di urgenza come un decreto legge, alla faccia di tutti i benpensanti del Palazzo che così si scandalizzano solo per quanto avviene nell'orto del vicino.

Gli italiani hanno scelto Berlusconi ben sapendo quali siano i suoi problemi con la Giustizia, perché hanno visto in lui la persona capace di dare risposta ai loro problemi. Il Presidente dovrebbe anche per questo dare maggior credito all'intelligenza del popolo italiano, dicendo onestamente i motivi per i quali prende le sue decisioni, senza cadere nella tentazione di abbindolare i suoi connazionali dicendo che fa questa o quella cosa proprio per loro.

A noi interessano il lavoro, la scuola, la semplificazione amministrativa, la giustizia, la sicurezza, il rispetto della dignità di tutti: non ci menate sempre per il naso, per favore !

sabato 14 giugno 2008

Rifiuti: bottiglie e fontanelle

Roma è stata definita molto spesso come la città della fontane. A dire il vero la tradizionale passione per le terme e l'acqua che animava gli antichi romani, ha contagiato nei secoli la popolazione locale fino ad oggi, quando in tutta l'Urbe compaiono ancora le tradizionali fontanelle da cui sgorga limpida e fresca l'acqua.
Stamattina, passando davanti una di queste fontanelle, ho visto una donna con una cassetta di plastica piena di bottiglie di vetro. China sullo zampillo d'acqua, riempiva una dopo l'altra le sue bottiglie. Forse la signora voleva solo annaffiare le aiuole a lato della strada ma mi ha dato lo spunto per pensare al mondo in cui viviamo. Mi sono tornate in mente le immagini dei film di Rossellini e di Anna Magnani. Fotografie di un tempo passato che forse tornerà: quello dell'attenzione allo spreco, della semplicità, dell'essenziale. Nostangia di quando si andava a prendere il latte con la propria bottiglia di vetro e persino le strade di Napoli non conoscevano ancora le tonnellate di bottiglie di plastica, di cartoni di tetrapack e di inutili involucri.

Certo sale alla gola un poco di commozione nel pensare, in questo ipotetico futuro, al destino dei profitti di tutti i fabbricanti di contenitori ed involucri, ed alla prospettiva di dover cambiare lavoro dei loro dipendenti.
Niente e nessuno ci aiutano oggi a capire quanto in realtà si paghino le comodità a cui ci siamo abituati: non una vera tassa ambientale, non un balzello sugli involucri, sulla CO2 prodotta, sulla distanza percorsa dalle merci, non una risonanza istituzionale ai valori della parsimonia. Solo consumo e spreco. Ma perché non diamo ascolto al Papa su queste cose, invece di tirarlo per le vesti continuamente al solo fine di guadagnare facili consensi ? Se non sbaglio è rimasta forse la più autorevole voce, nel mondo, contro il cosiddetto consumismo.

venerdì 13 giugno 2008

Chi intercetta gli italiani ?

Sulla questione mi verrebbe da dire, con una punta di sarcasmo, che proprio non possiamo più lamentarci di questi politici così premurosi ed attenti ai reali bisogni degli italiani. In questi giorni è tutto un fiorire di dichiarazioni su quanto tutti siano preoccupati per il diritto alla privacy dei cittadini italiani, vessati dalle intercettazioni (news su intercettazioni).
Mi sono subito allarmato ed ho chiesto ai miei amici ed alle persone che mi circondano se si sentono minacciate da questa ondata di intercettazioni. Stranamente però nessuno sembra troppo preoccupato: forse è perché mediamente frequento persone che non hanno nulla da nascondere ed al telefono usano un linguaggio decisamente meno squallido di quanto sentito dai molti che hanno riletto le loro conversazioni sui quotidiani. Io stesso non riesco proprio a sentirmi così minacciato.
Il nuovo ministro della Giustizia, con una velocità degna di un centometrista medaglia d'oro olimpica, ha sfornato sul sito internet del ministero un dossier completo sulle intercettazioni (LINK al dossier). Un'occhiata ai dati mostra davvero che il fenomeno ha assunto dimensioni gigantesche, travalicando i limiti di una corretta azione di investigazione per assumere toni da grande fratello (non il format di Mediaset ma il libro di George Orwell).

Ma questo fatto è un male assoluto o deriva da alcune cause ben più gravi, alle quali invece si evita di dare una risposta ? Per capire meglio io stesso, faccio qui di seguito tre ipotesi, sperando che qualche lettore volenteroso possa consigliarne altre nei commenti.

La prima è la probabile scarsa preparazione dei nostri apparati investigativi. In un paese dove fioccano i complimenti per chi non fa troppo male il proprio dovere e dove le valutazioni con criteri di merito oggettivi sono assenti, la preparazione, la competenza e l'efficienza non devono essere date per scontate. Troppo spesso i pochi esempi di eccellenza prodotti sono presi a manifesto di una realtà ben più mediocre di quella che ci si vuol parare innanzi. Quindi servirebbero più intercettazioni del normale per supplire a tale carenza.

La seconda è insita nella paralisi delle strutture giudiziarie. Gli uomini ed i mezzi sono pochi e le regole sono evidentemente studiate per tenerli occupati oltre ogni logica in inutili e tortuosi adempimenti. L'evidente obiettivo è quello di creare quell'impunità di fatto denunciata pochi giorni fa dal capo della polizia (LINK alla news). Di conseguenza cosa può esserci di meglio del supporto tecnologico delle intercettazioni che come una sorta di "pesca a strascico" (similitudine del Min. La Russa) permette di ottenere qualche risultato ?

La terza è anche la più preoccupante e rappresenta un paese in cui il malaffare criminoso si è diffuso ad un livello inimmaginabile nel restante mondo civilizzato. Prendiamo alcuni esempi a suffragio di questa ipotesi. Possiamo raffrontarci con gli svedesi per gli abusi edilizi ? Con gli statunitensi per l'evasione fiscale ? Con gli inglesi per la corruzione ? Con gli svizzeri per le infrazioni gravi al codice della strada ? Con i tedeschi per la presenza di fannulloni ? Credo che di questo passo, possiamo vincere il confronto solo per la simpatia, non certo per le virtù etiche. Quindi, considerando che non ho appena elencato semplici birichinate ma chiari reati, ipotizziamo l'equazione che dice: malaffare endemicamente diffuso, uguale molte più intercettazioni.

Giusto evitare abusi sulle intercettazioni ma sarei più contento se lo si facesse con più coraggio, ad esempio non presentando la cosa come una misura a tutela dei cittadini italiani. Sarebbe maggiormente chiaro ed onesto. Infine il provvedimento atteso dal governo rischia di curare la febbre semplicemente buttando via il termometro. Si può fare ma solo dopo aver avviato una cura efficace. Il governo è quindi atteso alla prova dei fatti della sua buona fede e del suo onore con provvedimenti che aiutino la Giustizia italiana a funzionare bene.

giovedì 12 giugno 2008

I nostri interessi registrati dal web

Le ricerche su internet sono un formidabile strumento per comprendere i gusti e gli interessi del popolo dei navigatori. Guadagnare una posizione di preminenza nella gestione dei dati relativi alle ricerche è molto importante. Google in tal senso è il leader indiscusso ed i suoi gestori sono in grado di conoscere in modo accuratissimo le tendenze del popolo di internet. Propongo quindi due ricerche fatte sull'ormai noto Google Trends sull'Italia che spero troviate interessanti. I risultati sono relativi ai soli termini da me proposti al programma e non rappresentano in termini assoluti gli interessi degli italiani. Il confronto tra le parole ha quindi un valore relativo all'interno dell'insieme proposto.

Dove andare in vacanza:

Si vede molto bene come l'interesse per le località di vacanza sia nettamente stagionale. Nella selezione proposta, la Sardegna sbaraglia la concorrenza estiva ma il Trentino si assicura la palma della località più cercata durante tutto l'anno. In ogni caso, cari mariti, non c'è niente da fare, è il mare a vincere su tutto !

Dove il dente duole:
Cosa ci preoccupa o interessa maggiormente tra lavoro, tasse (magari l'ICI), la Legge, la Scuola o la famigerata Sicurezza ? Il grafico seguente lo chiarisce.

Personalmente mi ha subito sorpreso trovare più ricerche sul termine legge che su ICI o su sicurezza. Poi però ho pensato che il fatto che internet diventi sempre più strumento di lavoro, possa spiegare la cosa. Lavoro, Legge e Scuola sono al primo posto.

Interessante anche fare un confronto in questo secondo caso tra le ricerche sul web e quelle nelle news (parte bassa dei grafici). L'interesse verso le news che parlino di ICI è sempre molto maggiore di quello per trovare pagine siti che parlino di questa imposta.

lunedì 9 giugno 2008

Alti e bassi: i fannulloni ed il ministro

Dobbiamo capire se nella pubblica amministrazione trovano rifugio, meglio che nelle imprese private, i cosiddetti fannulloni. Parlo di quei dipendenti che invece di lavorare si imboscano o che comunque ci "danno di piatto". Voglio fare qualche esempio di casi reali e concreti dei quali mi è giunta voce direttamente:
1) la signora che si ammala sempre, immancabilmente e con straordinaria ripetitività i soli sabati;
2) la signora che per un capriccio del destino si trova a prendersi un giorno di malattia guarda caso sempre nei giorni in cui ha il rientro pomeridiano;
3) la signora del punto 1) o quella del punto 2) che non riuscendo ad evadere tutto il lavoro riescono a farsi autorizzare sempre le ore di straordinario;
4) la signora che entra al lavoro alle 8:20 e segna 8:00, tutti i giorni, anche quando la flessibilità di orario dice dalle di entrare dalle 8:00 alle 8:15;
5) il dirigente che non controlla mai, ma proprio mai, quando effettivamente entrano al lavoro i dipendenti, magari facendosi una stampa delle timbrate o ritirando il registro delle firme tutti i giorni alle 8:15 in punto;
6) la signora che dopo aver timbrato, esce a prendersi un caffè e dato che il fruttivendolo è li vicino fa la spesa; siccome poi i pacchi pesano, prende la macchina; dato che non è a piedi, fa un salto al supermercato e tornando a casa non scorda il pane e la carne: il tutto senza timbrare l'uscita;
7) il dipendente che per non sciuparsi tutte le ferie si prende un po di giorni di malattia per fare i lavori a casa od in campagna;
8) il dirigente che non controlla che le persone che deve gestire lavorino tutte e bene;
9) la signora che siccome ha i figli lontani all'università va tranquillamente a fargli da cameriera prendendosi serenamente qualche giorno di malattia verso il fine settimana.

In tutti questi casi trovo sinceramente che il termine fannulloni sia addirittura troppo blando. Sarebbe in molti casi più corretto dire birbaccioni. Se uno infatti decide di fingersi in malattia, è chiaro il suo disegno di rubare lo stipendio, di dichiarare il falso, di danneggiare la sua amministrazione, il tutto per i suoi comodi. Nel pubblico impiego questi soggetti sono percentualmente tra il doppio ed il triplo che nel settore privato. Ma se in quest'ultimo il problema è del loro datore di lavoro che ha pure qualche strumento a mio avviso inefficiente per rimediare, nel pubblico il problema è di tutti noi.

Il Prof. Renato Brunetta, appena nominato neo ministro per la Pubblica amministrazione e l'innovazione, ha esordito con un entusiasmo quasi incontenibile, suonando la carica contro i fannulloni. La stampa e la televisione, perlomeno, hanno voluto dare l'accento proprio su questo punto. L'immagine arrivata dai media non è quella classica di un ministro che in modo molto istituzionale attacca con le consuete lodi alla grande professionalità ed allo spirito di abnegazione dei dipendenti, bla bla bla ... per poi accennare con cipiglio che certo bisogna instaurare meccanismi premianti per i buoni ma anche porsi l'obiettivo di migliorare la produttività, bla bla bla. L'immagine è sembrata piuttosto quella di un medico che ti parla subito della malattia senza doverti prima elencare necessariamente tutti gli organi che ancora funzionano.

Mi sembra che a parte i fannulloni chiamati in causa e qualche sindacato, questo esordio non abbia veramente preoccupato né indignato nessuno. Tuttavia il 5 giugno il deputato Furio Colombo, noto per i notevoli trascorsi giornalistici e politici, insieme ad alcuni parlamentari dell'opposizione, presentando il nuovo blog "Piazza del dissenso" (dal 9 giugno 2008 su www.micromega.net), ha dato mostra di pensarla diversamente. Scartato forse troppo sgarbatamente dalle primarie per il Partito Democratico e forse in cerca di un suo spazio sul palcoscenico politico, Furio Colombo ha rinfacciato a Brunetta proprio il fatto di non essersi comportato come un tranquillizzante ministro dei bei tempi andati. Nella foga oratoria, il deputato giornalista si è lasciato andare fino a definire l'economista del Popolo delle Libertà, mini-ministro:

"L'idea che arriva un ministro, che per prima cosa minaccia di espellere i medici di trovare i fannulloni, di licenziare e che lancia fulmini saette e maledizioni sul settore che gli è stato affidato, perché di solito ministro del ..., vuol di re prendersi cura di ... . Non si è mai visto un ministro della Forza armate, un ministro della Difesa che per prima cosa dice - adesso facciamo piazza pulita del generali, oppure dei soldati -. Di solito dice - ho fiducia nelle Forze armate, perché sono una garanzia della democrazia - e così via. Tipicamente, per quanti progetti di riforme abbia, un ministro è un "taking care of", è un qualcuno che viene per prendersi cura di. Qui abbiamo questa comica finale del mini-ministro, il quale si scatena nei confronti del fannullone. Ed è chiaro che il fannullone, siccome è vittima designata, è chiaro che sarà trovato". (trascritto dal filmato originale LINK).

Penso che Furio Colombo ci sia rimasto male per primo per la squallida battuta, e che le scuse che poi ha presentato siano lo specchio di un sincero dispiacere. Stessa cosa per il ministro Brunetta che probabilmente si è dimostrato nell'impulsività, della stessa pasta del suo critico, lanciandosi in considerazioni di dubbio gusto. Speriamo che la smettano di farsi battute reciprocamente, anche perché entrambi presentano materia per un lunghissimo scambio di simili piacevolezze.

La cosa che mi sorprende è il pessimismo di Colombo il quale pensa che la battaglia contro i veri fannulloni sia persa in partenza, tanto da paventare con argomenti a mio avviso privi di qualsiasi logica, una caccia alle streghe. Dice in sostanza che siccome qualcuno bisognerà pur licenziarlo, la norma sui fannulloni darà il pretesto ai dirigenti per liberarsi degli elementi a loro scomodi.

Allora una proposta forte: dato che anche la saggezza popolare ci ricorda che "la padella si prende dal manico", iniziamo la caccia ai fannulloni a partire proprio dai dirigenti. Se un ufficio non funziona la colpa principale è proprio di quest'ultimi che hanno come scopo principale del loro incarico proprio il far ben lavorare i sottoposti. Ma smettiamola, per piacere, di pensare che un ministro debba essere un papà buono e basta: come tale deve in primo luogo rispondere dell'efficienza della Pubblica amministrazione a tutti gli italiani, non tutelare corporativamente i suoi dipendenti. Basta con questi paternalismi ed avanti con un pizzico di sano pragmatismo.

venerdì 6 giugno 2008

Zona grigia: il Presidente, i rifiuti, i nordisti e la Campania

In queste ore il teatrino della politica sta rappresentando un pezzo di sicuro interesse: un piccolo scontro, subito rientrato, quasi un battibecco, tra il Presidente Napolitano e parte della Lega. Lo spunto viene dal discorso che Napolitano ha tenuto il quattro giugno alla cerimonia di titolazione a Giancarlo Siani di un'aula multimediale all'Università' Suor Orsola Benincasa. Passare da Siani, coraggioso giornalista, precursore in un certo senso di Saviano e ucciso dalla camorra, ai traffici illeciti di quest'ultima è stato naturale.
Il Presidente (LINK: discorso del Presidente) ha parlato di "una battaglia non solo per la sicurezza, ma per il lavoro, per una vita e un futuro migliore, ...... che si combatte fronteggiando il crimine organizzato, realtà grave e pesante in diverse regioni del Mezzogiorno, che conosce a Napoli e in Campania una delle sue più perverse e micidiali incarnazioni". Napolitano ha parlato del coraggio di quanti combattono la camorra, di mobilitazione civile, di senso civico e di moralità rendendo omaggio alla sagacia investigativa della magistratura. Ha detto quindi che "l'impegno a colpire la camorra sta giungendo al nodo del traffico dei rifiuti tossici, in gran parte provenienti dal Nord - ne sia consapevole l'opinione pubblica delle regioni settentrionali - del traffico illegale infame delle discariche abusive sul territorio campano, non denunciate e fronteggiate negli scorsi anni al livello locale come sarebbe stato sacrosanto fare".

Non so se Napolitano scherzasse lodando la magistratura ma è certo che alla fine del discorso ha pronunciato l'intenzione di spendersi personalmente presso il Consiglio superiore della stessa per ottenere risorse e mezzi, dicendosi certo che i magistrati daranno il loro responsabile contributo alla migliore definizione delle misure urgenti. Forse come a dire: "Fino ad ora avete dormito ma da oggi tutti in riga e pedalare".

Nel discorso colpisce come il Presidente non ascriva nessuna colpa o grave responsabilità alla classe politica se non a quella locale: non colpe ma semplici mancanze.

Sembra strano come alla fine di tutto, quello che risulta parzialmente stonato in un discorso sostanzialmente equilibrato, sia l'ammonimento all'opinione pubblica delle regioni settentrionali di rendersi consapevole che i rifiuti tossici che hanno appestato la Campania venivano dal nord. Di qui il risentimento della Lega, forse troppo permalosa quando si toccano certe corde. (LINK ad articolo stampa).

Sinceramente credo che il fatto che ha portato la regione del Presidente ad essere la discarica abusiva del nord, riguarda solamente la Campania. Quando alcuni industriali disonesti del nord hanno cercato di smaltire i loro rifiuti tossici, hanno probabilmente trovato occhi aperti e cittadini vigili altrove. La scelta campana deriva dalla natura del tessuto sociale e politico di quella regione e non dalla disattenzione dei cittadini "nordisti" (a me piace di più "nordici"). Perché non sono riusciti a smaltire le loro porcherie in Slovenia o in Piemonte od ancora in Sicilia ? Se poi si vedono anche con chiarezza i collegamenti tra la camorra e l'attuale crisi dei rifiuti, non c'è nulla che la gente del nord possa fare se non scuotere la testa o dare l'esempio di una migliore gestione locale degli enti e della giustizia.
Amo la Napoli vera, quella che parla di coraggio, di sentimento e quella che rimane l'ultima frontiera delle scuole di filosofia, rifugio di avanguardie culturali e simbolo di profonda umanità, soffocata da un morbo sociale che la umilia. La massa dei magistrati campani (alcuni dobbiamo non solo salvarli ma elogiarli) saranno certamente "sagaci investigatori" ma mi chiedo dove saremmo oggi se "Mani pulite" avesse dovuto sbocciare a Napoli.

Tirando le somme, sono sinceramente grato all'Italia per aver espresso questo Presidente pacato, colto ed esperto politico. Con il cuore dei miei passati vent'anni però mi immagino il Presidente della Repubblica come una sorta di super eroe dalle sembianze del grande Sandro Pertini. Lo immagino a Napoli dove avrebbe potuto dire: "E allora, cari Italiani, la situazione è grave, drammatica. Qui nessuno, da molti anni, ha avuto a cuore davvero il proprio dovere ed i pochi che nuotavano contro corrente, animati dal senso di giustizia, sono stati spesso sconfitti. La politica nazionale ha coperto con i lunghi ritardi delle leggi contro i reati ambientali, i traffici illegali della camorra. La politica locale si è scordata di tutelare il territorio ed i cittadini. Qui un'alleanza perversa di malaffare, camorra, uomini e partiti ha mortificato da sempre le aspirazioni della gente e sopratutto dei giovani, nevvero, di avere un futuro libero ed un lavoro. Cosa ci stanno a fare il Presidente della Regione ed i sindaci al loro posto oggi ? Cosa ci stanno a fare quei magistrati che cavillano sulle leggi senza coglierne il senso squisitamente di servizio per il popolo e per la libertà ? Perdinci, ho letto il libro Gomorra e penso dovrebbero distribuirlo nelle scuole italiane. Ho il cuore che sanguina per quei giovani che a Napoli amano la loro terra per quanto è bella mentre per altri versi devono odiarla per quanto è avvelenata. La battaglia per Napoli e per la Campania è la battaglia di tutta l'Italia contro le forze prepotenti della corruzione. Che nessuno si esoneri dal dare un suo utile contributo. Che da oggi tremino quelli che devono fare e che non fanno."

Ma questo è solo un sogno. Tutti i Presidenti italiani di oggi sono pacati ed attempati attori del sempre aperto teatrino della politica. Se non altro sono buoni a darci di tanto in tanto qualche polemichetta che ci faccia dividere in pro e contro per qualche sciocchezza, mai per fatti reali o scelte concrete.

mercoledì 4 giugno 2008

Paese civile e pornografia libera ?

Ho fatto una prova andando sul sito di uno dei maggiori provider italiani accessibile a tutti. Navigando tra i link, in soli quattro click e senza incontrare alcuna difficoltà, sono riuscito a visualizzare un filmino porno estremamente esplicito.
Altra prova molto facile: vado su Google e cerco i siti correlati a qualche parola molto sboccata e trovo milioni di pagine. Basta cliccare una di queste a caso e si trovano subito filmini e foto di contenuto pornografico. Intendo dire che con pochi clic e nessun filtro, chiunque navighi su internet può vedere o salvare sul suo PC filmini in cui corpi nudi si incastrano con combinazioni e possibilità che neppure l'ultima serie dei Lego permette. Ogni possibile incrocio e combinazioni di sessi, posizioni, generi, transgeneri, perversioni, è raggiungibile partendo da un provider seguendo i link che si presentano davanti agli occhi, o usando un comune motore di ricerca. L'unica barriera che a volte ci separa dalla pornografia è una pagina informativa che ci dice che dobbiamo dichiarare sinceramente di essere maggiorenni per proseguire.

E' evidente come internet sia sempre di più il nuovo mezzo di comunicazione utilizzato dai giovani. Uno dei segnali, da un lato dell'anzianità e dall'altro dell'ignoranza dei nostri politici è dato dal fatto che la pornografia è limitata solo sul mezzo televisivo. Tutta una lunga serie di norme, fino a giungere al Testo Unico della radiotelevisione, limitano la possibilità di trasmettere materiale pornografico, senza sistemi di "accesso condizionato che comunque impongano l'adozione di un sistema di controllo specifico e selettivo", solo in televisione. Pare che la nostra classe politica non si sia accorta di internet e di quanto questa rete influenzi a volte negativamente le nuove generazioni. Eppure il danno che alcuni contenuti possono provocare nei minori è chiarito prima ancora che dal buon senso, anche da numerose sentenze.

Il mio non è un intervento bigotto o moralista ma l'effetto di un moto di indignazione per l'indifferenza generale ai danni che possono derivare dalla pubblicazione senza regole di queste schifezze. Sono convinto che serva un intervento legislativo che limiti la pubblicazione e la visione in Italia di materiale pornografico a meno che non vi siano sistemi efficaci di controllo della maggiore età del navigatore.

domenica 1 giugno 2008

Festa Nazionale della Repubblica

L'Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica rende noto il testo del messaggio che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Festa Nazionale della Repubblica ha rivolto dalle sale del Quirinale in cui è ospitata la mostra "L'Eredità di Luigi Einaudi":

"Per voi che ascoltate auguro innanzitutto che la festa del 2 giugno possa rappresentare un momento di serenità.
Ricordiamo in queste settimane – con la mostra che vedete – la figura di Luigi Einaudi, grande studioso, maestro di vita civile e uomo delle istituzioni, che nel 1948 fu eletto Presidente della Repubblica.
Ma questa giornata è l’occasione per ricordare anche come nacque, oltre sessant’anni fa, la Repubblica : tra grandi speranze e potendo contare sulla volontà allora diffusa tra gli italiani di ricostruire e far rinascere il paese, in un clima di libertà, attraverso uno sforzo straordinario di solidarietà e unità.
E’ qualcosa che vale la pena di ricordare perché l’Italia, divenuta un paese altamente sviluppato, avrebbe oggi bisogno di uno sforzo simile, per la complessità dei problemi che sono dinanzi alla società e allo Stato, in un mondo profondamente mutato.
Riuscimmo in quegli anni lontani a risalire dall’abisso della guerra voluta dal fascismo, e a guadagnare il nostro posto tra le democrazie occidentali. E abbiamo poi superato tante tensioni e prove. Non possiamo ora permetterci di fare un passo indietro ; sapremo – ne sono certo – uscire dalle difficoltà e farci valere ancora una volta, grazie a un forte impegno e slancio comune.
Su quali basi un rinnovato sforzo della nostra comunità nazionale debba poggiare, lo dicono i principi e gli indirizzi della Costituzione che la Repubblica si diede sessant’anni fa, in meno di due anni dal referendum e dalle elezioni del giugno 1946. Ma non posso tacere la mia preoccupazione, in questo momento, per il crescere di fenomeni che costituiscono invece la negazione dei principi e valori costituzionali : fenomeni di intolleranza e di violenza di qualsiasi specie, violenza contro la sicurezza dei cittadini, le loro vite e i loro beni, intolleranza e violenza contro lo straniero, intolleranza e violenza politica, insofferenza e ribellismo verso legittime decisioni dello Stato democratico.
Chiedo a quanti, cittadini e istituzioni, condividano questa preoccupazione, di fare la loro parte nell’interesse generale, per fermare ogni rischio di regressione civile in questa nostra Italia, che sente sempre vive le sue più profonde tradizioni storiche e radici umanistiche.
Costruiamo insieme un costume di rispetto reciproco, nella libertà e nella legalità, mettiamo a frutto le grandi risorse di generosità e dinamismo che l’Italia mostra di possedere.
Buona festa della Repubblica a tutte le italiane e gli italiani."