lunedì 17 agosto 2009

Carlsberg di Ceccano - il tempo si è fermato

Era il mese di marzo 2009, quando scrivevo della protesta davanti ai cancelli della Carlsberg di Ceccano, vicino a Frosinone. Venti operai erano rimasti da soli in difesa di un birrificio storico, capace tutt'oggi di una produzione di grande qualità. In tempi di crisi economica, l'azienda aveva ingrandito lo stabilimento di Varese, sacrificando quello di Ceccano sull'altare degli utili di borsa ad ogni costo. Il timore di una speculazione sulla vendita dei terreni e dei macchinari e la dimostrazione di scarsa sensibilità sociale, avevano alimentato la protesta di un gruppo di irriducibili. Dalla loro parte qualche apparizione di politici locali, soprattutto in vista delle elezioni provinciali.


Gli operai al picchetto sembravano non apprezzare il lavoro dei sindacalisti di fabbrica. Non speravano di ricevere molto più che vuote parole dai politici, ma erano decisi a resistere. Da un lato il candidato alla provincia del centrodestra Iannarilli prometteva un forte interessamento, dall'altro l'assessore regionale di centro sinistra Tebaldi portava il problema nelle convocazioni settimanali del "tavolo interassessorile".



Così, da semplice cittadino, mi fermavo da loro per capirne la vicenda e scrivevo su LEXCIVILIS il pezzo "La Carlsberg di Ceccano e gli operai che non servono più". Di questi tempi verrebbe da consigliare agli amici operai di trovare qualche oggetto molto alto, magari una ciminiera del loro stabilimento, per montarci un picchetto. In cinque mesi nulla è cambiato. Ad oggi nulla sembra aver fatto il neo presidente della Provincia, come pure niente si sa di eventuali risultati del tavolo regionale (almeno per quanto sta a news o comunicati dei rispettivi enti). L'interesse dei politici è solo rivolto al farsi portatori di speranza, non a lavorare per ricreare una solida economia locale. Ma quale sviluppo si vuole dare ad un territorio se si permette lo smantellamento dei pochi validi stabilimenti produttivi? A che serve sostituire tutto con distese interminabili di centri commerciali o di autosaloni? Il tempo si è fermato a Ceccano! Forse nei prossimi mesi, grazie alle elezioni Regionali, qualcuno verrà a farsi fotografare ancora vicino agli operai. Ma nessuno ha fino ad oggi dimostrato di saper rimettere in moto l'orologio del futuro.

Pubblicai allora la lettera (LINK) che gli operai di Ceccano inviarono l'otto marzo all'assessora Tibaldi. Oggi invece riporto un'email accorata che, attraverso uno degli amici del picchetto, mi è arrivata pochi giorni fa. Ricordiamoci tutti che difendere la nostra capacità produttiva è un dovere di tutti. Da questo viene il nostro benessere. Non permettiamo a chi dirige le aziende solo guardando alla borsa, e non all'economia reale, di distruggere impunemente il destino delle persone. Non consentiamo che i politici usino queste crisi sono per fare qualche comunicato stampa. Noi li eleggiamo perchè facciano valere con forza i nostri diritti di cittadini, non perchè ci degnino del loro interesse. Essi non sono niente, senza di noi! Noi siamo e restiamo cittadini, senza di loro. Se ne ricordino ed agiscano per il meglio.


Preg.mo Sig. Capulli,
Le faccio notare che per quanto attiene allo stabilimento Carlsberg di Ceccano la sua fine fu decretata di fatto nel 2001 allorchè la società finanziò la ristrutturazione ed (il cervellotico) ampliamento dello stabilimento di Varese ...; questa operazione è una delle peggiori che ci si potesse inventare da parte del management della società per i seguenti motivi :
- aumento della produzione da due a tre milioni di ettolitri l'anno con il mercato che si andava già leggermente restringendo;
- l'area dello stabilimento è strettamente circoscritta ed impedita da vincoli di varia natura;
- si sono inventati un ampliamento che in parte è soggetto alle piene del fiume Olona (vedi gli allagamenti di pochi mesi fa con conseguente perdita di giorni di lavoro);
- a poca distanza da Induno Olona nella Svizzera c'è un'altro stabilimento Carlsberg; a chi venderanno la birra prodotta? In quanto tempo rientreranno dei capitali investiti?
- uno dei maggiori oneri per la birra dopo il packaging è la distribuzione per cui adesso la birra nel centro e bassa Italia arriva tutta da Varese; pensi un pò:la produzione di Ceccano era sufficiente per il mercato locale nel raggio di 500-600 km con una forte riduzione dei relativi costi. Ma tutto ciò è stato ritenuto non sufficiente per tenere in esercizio l'impianto e tantomeno ci si è preoccupati di vendere al migliore offerente; loro non vogliono vendere vogliono fare un'operazione immobiliare sull'area dello stabilimento per cui ad oggi si salva la INNSE di Milano ( e di questo sono felicissimo avendo avuto nel passato possibilità di apprezzare gli uomini ed i prodotti INNSE) ma nulla si è fatto,sopratutto da parte del sindacato venduto e delle inefficienti strutture pubbliche locali;
- di fatto in una zona "depressa" come la valle del Sacco sono stati persi altri 200 posti di lavoro tra diretti ed indiretti;
- MA CI VOGLIONO DIRE DI CHE COSA DOVRA' VIVERE QUESTO POPOLO QUANDO SARANNO CHIUSI E/O RIDIMENSIONATI ANCHE GLI STABILIMENTI FIAT DEL CENTRO SUD??????


Certo della sua comprensione e solidale con i lavoratori della Carlsberg e con chi ha il coraggio di denunciare questi "malaffare" Le porgo i miei più cordiali e distinti saluti.


GI Un amico degli operai della Carlsberg di Ceccano.



Caro amico di Ceccano o dintorni, tu mi scrivi alla fine, scusandoti per non aver firmato per esteso e dicendo "come siamo caduti in basso". Una firma non avrebbe aggiunto molto ad una lettera così bella e piena di passione. Io penso che se anche fossimo caduti in basso in Italia, questo significherebbe sopratutto che è l'ora di rialzarsi e riprendere il cammino. Guardiamo avanti con coraggio, scommettendo nell'impegno di tutti i cittadini onesti.

Edoardo Capulli (di LEXCIVILIS)

1 commento:

  1. Preg.mo Sig. Capulli,
    Leggo oggi su Ciociaria Oggi che ormai lo stabilimento Carlsberg di ceccano chiuderà in via definitiva alla fine del mese. Leggo altresì che molti politici e sindacalisti si stanno stracciando le vesti per far recedere l'azienda da tale decisione paventando(mi fa ridere!!)la decisione della Carlsberg di utilizzare l'area dell'impianto a fini speculativi; ebbene se le loro intenzioni sono genuine basterebbe :
    1 Chiedere cosa ha fatto il sindacato(vedi CISL,gli altri erano praticamente inesistenti) negli ultimi 8 anni per evitare questa fine??
    2 Che il comune di Ceccano,la Provincia di Frosinone e la Regione Lazio si impegnino formalmente ad evitare con tutti i loro mezzi legali ed istituzionali(e sono tanti)ad evitare ogni cambiamento di destinazione d'uso dell'area ed ogni sfruttamento che non sia di tipo "industriale".
    3 Che il personale faccia tutto il possibile per rendere la vita difficile all'azienda,dimostrando di non accettare passivamente la cervellotica decisione della multinazionale danese.

    Distinti e cordiali saluti a LEI.

    GI Un sincero amico degli operai della Carlsberg di Ceccano

    PS Come sempre io sarò lì per poter dire un domani con orgoglio "Io c'ero".

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dal Blog LEXCIVILIS di Edoardo Capulli